Magazine Attualità

Decrescita di che cosa?

Creato il 25 marzo 2013 da Sviluppofelice @sviluppofelice

[A proposito di decrescita ...]

di Luigino Bruni

20decrescita
La domanda vera attorno alla decrescita è: decrescita “di che cosa”? Esistono nell’attuale sistema economico capitalistico delle ‘cose’ che debbono senz’altro decrescere, ma ci sono ‘cose’ che debbono aumentare, perché distrutte, deteriorate o non prodotte in quantità sufficiente dall’attuale sistema. Le ‘cose’ da diminuire sono senz’altro il consumo di territorio, di risorse non rinnovabile, aria, acqua (tema cruciale nei prossimi tempi), e in generale i beni comuni (commons), il grande tema dell’oggi e del domani, al punto che possiamo parlare di “era dei beni comuni”. Su queste cose le battaglie civili del movimento della decrescita mi trovano d’accordo. Al tempo stesso, occorre far aumentare la produzione e la salvaguardia di beni ambientali, di beni relazionali, di capitali simbolici, sociali, civili, spirituali, che oggi si stanno deteriorando, perché il sistema attuale li consuma ma non li reintegra. A questo riguardo, è utile ricordare che dal ’700, con i fisiocratici, abbiamo capito che la ricchezza di una nazione si misura con i flussi (reddito) e non con gli stock. E’ da qui che nasce, quasi due secoli dopo, l’idea del Pil. Oggi c’è invece bisogno di tornare a misurare gli stock, perché l’eccessiva enfasi sulla massimizzazione dei flussi sta distruggendo i capitali (stock) che non riescono a produrre neanche i loro tipici flussi. Allora da questo punto di vista vanno rafforzati alcuni capitali, e ridotti alcuni flussi di merci che li stanno deteriorando.
Infine, non condivido l’enfasi ideologica, quasi religiosa, nei fautori della decrescita (felice), che porta a considerare qualsiasi forma di mercato o di impresa di per sé erosiva del Bene comune, e quindi a presentarsi di fatto come un movimento tardo statalista, senza una reale analisi di che cosa sia il mercato, e come funziona una società complessa (a volte nelle loro analisi si nota una forte ignoranza di teoria economica contemporanea). C’è mercato e mercato, impresa e impresa. Un neo-bullonismo oggi non aiuta né chi ama il Bene comune, né chi con sano realismo cerca di far evolvere questo sistema in altro. Il movimento cooperativo, ad esempio, è un tipico esempio di mercato non capitalistico. A questo tema è legato il lavoro: occorre immaginare nuovo lavoro, proprio a partire dai beni che devono crescere, in modo da farne decrescere altri.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines