Questa è l'unica, logica e cristallina motivazione per cui tutti i governi del mondo dovrebbero smettere di avere come obiettivo la crescita economica.Non si può avere una crescita illimitata in un pianeta limitato.
Se tutti i popoli del pianeta volessero avere uno stile di vita come il nostro, servirebbero almeno 7-8 pianeti, oppure si dovrebbe sterminare il 70% dell'umanità!
Quindi, se cresciamo troppo, siamo costretti a scontrarci con la limitatezza delle risorse naturali e ad affrontare grossi sacrifici per poter ripristinare i ritmi di sopravvivenza adeguati.
Quando noi esseri umani produciamo più di quello che abbiamo bisogno, incentivando i consumi più del dovuto solo per accrescere il capitale di qualcuno, inevitabilmente contribuiamo a distruggere il pianeta, l'economia e l'intera società.
Quando alla natura prendiamo troppo arriva il punto in cui ci presenta il conto: la scarsità di risorse e di denaro costringe i popoli a grossi sacrifici, mentre i capitalisti continuano a vivere nel benessere sulle nostre spalle.
Il sacrificio sociale che più stiamo osservando dall'inizio del 2011, soprattutto negli stati europei in crisi (PIIGS) come Spagna e Grecia, è l'austerità.
L'austerità è una misura d'emergenza che adotta un governo quando ha una crisi economica, dipendente da una scarsità di risorse energetiche o materiali.
Attualmente siamo in una crisi mista, socio-ambientale, che può indurre lo stato ad adottare divieti e limitazioni in vari ambiti: trasporti, riscaldamento, servizi, ecc.
Spesso l'austerità è una scelta obbligata, che si pensa possa aiutare le persone ad abituarsi ad uno stile di vita più rispettoso verso il proprio pianeta e l'umanità, ma risulterebbe comunque una costrizione, ossia una limitazione della libertà.
Quando un bambino è COSTRETTO fare il bravo, inevitabilmente collegherà la libertà alla trasgressione ed ai comportamenti scorretti; al contrario, quando un bambino capisce che è anche un suo vantaggio avere una condotta corretta, vorrà naturalmente essere un bravo bambino.
L'austerità è quindi una costrizione ad uno stile di vita deciso da persone al vertice del potere, che hanno una vita agiata; personalmente è la cosa peggiore che potrebbe capitare ad un libero cittadino, per questo è necessario adottare un'alternativa: la decrescita. La decrescita parte dal presupposto che il benessere di un popolo non dipende dalla crescita costante del Prodotto Interno Lordo (PIL) ma che, anzi, puntare a questo obiettivo possa portare al malessere dei cittadini. Esistono varie teorie di decrescita, che non esporrò tutte; quella che più mi ha colpito positivamente è quella di Serge Latouche, con la sua decrescita delle 8R:
La decrescita 8R di Latouche si realizza in otto passi:
1. RIVALUTAZIONE Il consumismo, l'egoismo e il materialismo sono solo alcuni dei falsi valori che stanno rendendo marcia la nostra società, per questo è necessario riconsiderare tutti i valori attuali e sostituirli con altri migliori: l'altruismo, la fiducia, la cooperazione, l'equilibrio, la giustizia sociale, ecc... Il sistema in cui siamo oggi è stato creato dagli uomini: se ogni uomo cambia se stesso, automaticamente cambierà tutto il sistema. 2. RICONCETTUALIZZAZIONE Attualmente, le logiche secondo cui ragioniamo non sono assolutamente sane: non si può guardare alle situazioni secondo il punto di vista del guadagno e della ricchezza. La realtà è molto più ampia di quella che percepiamo, per questo motivo dovremmo tener conto di più punti di vista per valutare ogni situazione nel modo più obiettivo possibile, secondo le esigenze del pianeta e dell'umanità. 3. RISTRUTTURAZIONE La struttura socio-economica attuale è costruita in funzione di valori sbagliati che stanno portando ai danni che tutti stiamo subendo: il capitalismo, in primis, ha bisogno di un alternativa. Ristrutturando l'economia e la società in base a valori migliori riusciremo a vivere bene consumando meno, avviandoci verso una decrescita consapevole e naturale. 4. RILOCALIZZAZIONE Con la globalizzazione di oggi si tende a produrre nei paesi poveri dove i diritti umani sono al limite e dove i salari sono bassissimi, e ad incitare il consumo nei paesi più ricchi fino ad esaurire tutte le loro ricchezze. Invece, avendo come obiettivo il bene della società, il mercato globalizzato può essere sostituito dall'economia locale. Se io consumo ciò che è prodotto dai miei concittadini, sostengo il loro lavoro, ci sono più soldi per mantenere i servizi, spendo meno per i minori costi di trasporto e proteggo il pianeta. 5. RIDISTRIBUZIONE Oggi l'1% della popolazione possiede quasi tutte le ricchezze del pianeta e il 99% possiede solo i rimasugli. A lungo andare anche quell'1% dovrà fare i conti con la sofferenza del resto dell'umanità, proprio perché siamo tutti collegati. Garantendo a tutti gli esseri umani lo stesso accesso alle risorse del pianeta, tutti avranno la possibilità di crearsi un lavoro e le condizioni per sopravvivere senza togliere nulla agli altri. Una corretta ridistribuzione può essere possibile esaltando il valore della temperanza, nell'uso e consumo dei beni della natura. 6. RIDUZIONE L'uomo che oggi consuma tanto è tale proprio perché la sua crisi di valori lo ha reso debole interiormente: esistono milioni di persone SANISSIME che vivono con pochissimo, senza gli agi dei paesi industrializzati. Risparmiamo energia abituandoci al freddo invernale e al caldo estivo: lo facciamo da milioni di anni, senza nessuna stufa o condizionatore. Torniamo a mangiare frutta e verdura quotidianamente, riduciamo i consumi di carne ad una volta al mese ad esempio. Riduciamo il nostro impatto ambientale, ci sono tantissimi modi per farlo. 7. RIUTILIZZAZIONE Siamo sempre più abituati a comprare qualcosa di nuovo quando il vecchio si rompe, si rovina o va fuori moda. Per questo motivo tutti gli apparecchi del mondo devono essere regolati da normative internazionali, che consentano la riparazione e la sostituzione, che non diventino obsoleti secondo una pianificazione aziendale atta a farci ricomprare oggetti nuovi. Sostituiamo "il nuovo" con "l'affidabile". 8. RICICLAGGIO Oggi produciamo 10 volte la spazzatura che producevamo 50 anni fa. Ogni scarto dovrebbe assolutamente tornare nel ciclo dei materiali per essere riutilizzato. Bisogna disincentivare chi produce oggetti fatti di materiali tossici che non possono più essere riciclati e usare la chimica verde per ideare nuovi materiali biodegradabili.
Una decrescita strutturata in questo modo non solo non è una costrizione ma esalta il valore dell'essere umano:
Questo però può accadere solo se trascendiamo la nostra visione materiale e focalizziamo i nostri sforzi su una crescita mentale e spirituale.Essere una persona capace di creare benessere per sé e per gli altri, consumando il meno possibile, è un fantastico traguardo da raggiungere
Molte persone si stanno accorgendo di questo nostro limite, questo lo posso vedere anche leggendo negli altri blog. Ci sono quindi buone speranze per il futuro, ma solo se ci impegniamo ATTIVAMENTE per cambiare questo mondo.Una decrescita materiale deve essere per forza compensata da una crescita spirituale
Alla prossima.
Per approfondire:
- Breve trattato sulla decrescita serena, Serge Latouche