Decreto Monti e superamento delle province:in Friuli-Venezia Giulia la casta si aggrappa alla "specialità" della Regione

Creato il 08 dicembre 2011 da Gaetano61
Tra le misure del decreto Monti, c'è il sostanziale superamento delle province, attraverso il riconoscimento delle sole funzioni di indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni, lo spostamento delle competenze attualmente vigenti alle Regioni e ai Comuni, l'elezione dei consiglieri da parte dei consigli comunali, la riduzione dei consiglieri a dieci e l'abolizione della giunta. Un bel passo in avanti dopo le titubanze estive del governo Berlusconi e il sostanziale rinvio del tema al disegno di legge di revisione costituzionale (pur necessario se si intendono abolire le province dal nostro ordinamento, ma il cui iter si sarebbe prestato sicuramente a qualche ripensamento sull' "utilità" dell'istituzione). Ben venga, quindi, una norma che anticipa quelli che saranno gli effetti della revisione della Costituzione (sempre che ci si arrivi). Ed è una di quelle norme che ha incontrato meno opposizione nell'opinione pubblica, mentre da parte del ceto politico locale si è verificata una levata di scudi contraria (vedi qui la presa di posizione ufficiale dell'Upi - Unione Province d'Italia). Inoltre, il caso delle Regioni a statuto speciale, come è il Friuli-Venezia Giulia, dà un argomento in più ai detrattori della riforma: la difesa dell'autonomia regionale nell'organizzazione degli enti locali, come muro contro il quale può infrangersi la norma del decreto Monti. Riporto di seguito gli stralci delle dichiarazioni di tre dei quattro presidenti di provincia del Friuli-Venezia Giulia, un esempio di quanto il problema della semplificazione istituzionale e, soprattutto, dell'abbattimento dei costi inutili della politica, sia trasversale e, in Friuli-Venezia Giulia, ammantato anche da una interessata esaltazione dell'autonomia regionale:
Alessandro Ciriani (Pdl), Pordenone:  «Le Province del Friuli Venezia Giulia non vanno depotenziate o soppresse, ma arricchite di competenze, che vanno sottratte ad altri enti, perché esse in questi anni hanno dimostrato il loro valore» (da Il Gazzettino del 6 dicembre);
Pietro Fontanini (Lega Nord), Udine:«Il Friuli Venezia Giulia dal 1996 ha competenza specifica sull’ordinamento degli enti locali, quindi senza il parere di Tondo non si fa niente. La Regione recepirà le direttive del governo? Beh, è chiaro che noi non siamo d’accordo, ci potrebbero essere conseguenze politiche. Io piuttosto proporrei alla Regione uno sforzo legislativo. E cioè arrivare a un’unica provincia del Friuli, che comprenda Udine, Pordenone e Gorizia e dare a Trieste lo status di città metropolitana. Così faremmo un lavoro migliore di quello di Monti e ricostruiremmo qualcosa di storico, come la grande Provincia del Friuli. Sono comunque tutte soluzioni da ponderare con calma, con attenzione». (da Il Messaggero Veneto del 6 dicembre); 
Enrico Gherghetta (Pd), Gorizia:
«Il decreto è demagogia allo stato puro, non si risparmia quasi niente tagliando le Province» (da Il Gazzettino del 6 dicembre).

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