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Decretone o decretino ?

Creato il 28 agosto 2012 da Albertocapece

Decretone o decretino ?Massimo Pizzoglio per il Simplicissimus

E, come previsto, i boiardi di stato non ci stanno a farsi rubare la scena dal Passera solitario.

Braccobaldo Balduzzi ci lavorava in silenzio da mesi, era certo di avere un posto sul Monti Olimpo, alla destra (tanto c’è solo quella) del maestrino, e quello spilungone pelato si permette di far sembrare che abbia fatto tutto lui? Non fia mai!

Tanto basta prendere uno dei giornalini di classe, Repubblica per esempio, e farsi fare una bella intervista, no?

Magari un titolone a cinque colonne: “La rivoluzione della sanità”, un filo pomposo, ma il figurone è garantito.
Mah, mica tanto… nell’intervista fa anche un po’ la figura dello stupido, di quello che dice delle cose e Monti lo smentisce o, più sovente, il contrario.
E allora oggi reiteriamo: mezzo giornale dedicato, toh! tanto che per trovare la rivolta dei minatori del Sulcis devi andare fino a pagina 22, nelle pagine economiche, ché non son degni neppure della cronaca.

E via a dotte disquisizioni sui mega-ambulatori, sui medici a disposizione 24/24, 7/7, 365/365, sugli esami in loco e anche subito, sull’assistenza continua e anche due coccole, và.
E prevenzione, tele-medicina (quella gli anziani negli istituti la fanno già da anni, li piazzi davanti alla tele col pannolone e fino a ora di cena te ne puoi scordare), visite sportive, elettrocardiogrammi come se piovesse “meno infarti per tutti”, “morte a diabete e ipertensione”, “spezzeremo le reni ai calcoli renali!”… (calma Renato, che Bersani ti dà del fascista).
Poi esageriamo: tassa sulle bevande, multe sui tabacchi, stretta sul gioco. Altro?

No, và, che mi sembra abbastanza.
Per la salute legata all’inquinamento o al lavoro non aveva più tempo e poi aveva finito la risma di carta.
D’altra parte, all’Ilva di Taranto non ha messo piede: quello è un problema di economia, mica di salute pubblica, caso mai di edilizia, tanto basta transumare un intero quartiere e siamo a posto.
E poi c’è già Cleany, il brilla-acciaio, che i Riva e Ferrante già li conosce ed è pure medico del lavoro, meglio di così…

E gli estensori del giornalino di classe non si son fatti mancar nulla: numeri, statistiche, grafici, un fondamentale quarto di pagina di intervista all’ex- medico della nazionale di calcio (in quanto tale, un’autorità).

Salvo fare il loro mestiere, cioè porre e porsi delle domande (escludo, in parte, la Casadio dell’intervista di domenica).

Per esempio: che tipo di collocazione logistica avranno questi ambulatoroni da venti medici di base?
Per meglio dire: che prossimità avranno rispetto ai propri pazienti?

Quanti chilometri in più dovranno fare gli anziani, cioè la stragrande maggioranza dei pazienti assidui, e i non suv-dotati per raggiungere il proprio medico nella nuova megastruttura?
Chi fornirà gli ampi spazi adatti ad ospitare le suddette? (vedo già brillare gli occhi dei soliti palazzinari e l’ammiccamento maliardo del ministro Passerà)
Chi pagherà le spese, clamorosamente maggiori, dei locali, segretarie, infermieri, attrezzature?
E i nuovi stipendi per i medici di base che si ritroveranno a fare orari surdimensionati e difficilmente lo faranno per lo stesso importo?

Qui, in realtà, spunta, tra le pieghe del mastodontico provvedimento, un’eventualità inquietante: pasticciando un po’ con la modifica degli intra-moenia, ci potrebbe essere la possibilità di far pagare direttamente le prestazioni aggiuntive.

“Le prescrivo l’ecografia al fegato, signora, ma ci vorrà qualche mese”
“Ma io ho male… e se fosse qualcosa di grave, dottore?”
“Eh, lo so… ci sarebbe la possibilità di farla qui da noi, ma, sa com’è, mi tocca farla pagare.
Mica ce le passano queste macchine nuove… però decida lei…”

Fantascienza? Complottismo?Può essere, ma, soprattutto nell’intervista, la giornalista (senza esagerare perché tiene famiglia anche lei) un po’ lo pungola, il bel René e lui, con apposita indignazione, respinge l’accusa di privatizzare la sanità, ma ammette anche che il suo governo è a termine e le croste se le gratterà qualcun altro.

Come quelli di San Damiano, tira il sasso e nasconde la mano.

Più facilmente, il trentuno presenterà la bozza definitiva (delizioso e abusato ossimoro) ad Cdm e Tristano Grilli gliela segherà con la motivazione della mancanza di soldi, ma RodoMonti, dal suo bel destriero bianco con finimenti azzurri, lo rassicurerà, dicendogli che le idee sono ottime e che saranno le prime ad essere applicate appena ci saranno due lirette (e tutta la sala del consiglio fa un balzo, allarmata) …ehm… le disponibilità acconce a una così radicale riforma.

Pace e amen.

Intanto, sulla bozza provvisoria, si inscena la battaglia politico-mediatica.
Sulla ventilata (!) tassa sulle bibite gassate insorge Gasparri, che la definisce idiota (e verrebbe da essere d’accordo, ma con Gasparri, mai!), forse perché vede un subdolo attacco politico al caposaldo  culturale della mai accantonata alleata Lega: il rutto!
Sui superalcolici c’era stato un primo dissenso del collega er Polillo che però poi commentava: ” ma che ‘mme frega! cò ttutti ji amici che porteno i sordi in Svizzera, me ne faccio portà ‘na cassa!”

Sulle multe per la vendita di sigarette ai minorenni, vedo già sorridere i tabaccai: avete mai visto dare una multa ai bar in cui gli stessi titolari fumano?
(in compenso ai distributori automatici in cui bisogna usare la tessera sanitaria, i turisti di qualunque età si inquietano assai)

Resta un ennesimo dubbio sulla coerenza con i provvedimenti precedenti, come per tutte le iniziative di questo governo.

Per esempio, si introducono semplificazioni sull’omologazione dei farmaci, in particolare omeopatici, e uno sfoltimento del prontuario, quando si è appena annunciato un più severo controllo sui generici (un piacere ai produttori e uno ai farmacisti).

Come spiegare l’apertura di mega-ambulatori e la contemporanea chiusura di centinaia di efficienti ospedali di prossimità, già esistenti, funzionanti, conosciuti e collaudati.

Oppure, si inserisce la ludopatia come malattia sociale, quando lo stato è il primo promotore del gioco d’azzardo “legale” (altro pessimo e pericoloso ossimoro) da cui incassa cifre miliardarie, salvo non riscuotere le multe per quasi cento miliardi di euro dai concessionari forse per i troppi coinvolgimenti “importanti”.

E lo stesso capita, ovviamente per le sigarette.

Ma l’importante è che la mano destra non sappia ciò che fa la sinistra e questo vale per tutti i ministri.
Ehm…quasi tutti…


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