Francesca si guardò attorno, era davvero uno strano hotel! Invece dei numeri, sulle porte delle stanze, che si affacciavano su quel minuscolo corridoio di albergo di periferia, campeggiavano delle frasi.A Francesca quelle frasi erano note, eppure non riusciva a collocarle mentalmente: ‘Karl Marx’, ‘Stato e rivoluzione’, ‘I compiti del proletariato nella rivoluzione attuale’ … ma non è troppo lungo questo nome, per una stanza??? si chiese. Poi scrollò le spalle, ci sono cose stranissime al mondo, non poteva capirle tutte, l’importante era che la sua stanza fosse pulita e tranquilla, delle altre poteva fregarsene, qualsiasi nome avessero. Fece qualche passo ma la sua curiosità innata la fece tornare indietro e provò, con estrema cautela, ad aprirne qualcuna. La stanza ‘Karl Marx ‘ era avvolta in un buio assoluto… qualcuno doveva essere in fondo alla stanza, chissà, perché le arrivarono, veicolate da una voce grave e stentata, le parole: ‘Il marxismo ha aperto la via a uno studio universale, completo, del processo di origine, di sviluppo e di decadenza delle formazioni economico-sociali, considerando l'insieme di tutte le tendenze contraddittorie, riconducendole alle condizioni esattamente determinabili di vita e di produzione delle varie classi della società, eliminando il soggettivo e l'arbitrario nella scelta di singole idee direttive o nella loro interpretazione, scoprendo nella condizione delle forze materiali di produzione le radici di tutte le idee e di tutte le varie tendenze senza eccezione alcuna...’. Non ascoltò il resto… sull’ultima frase aveva richiuso piano la porta dietro di sé. Era perplessa. Ma era un hotel quello, oppure la sezione di un partito?Esitò davanti alle altre porte chiuse: provare ad aprire? No, si risolse, era troppo stanca, e con determinazione si avviò verso la sua stanza. Guardò la scritta sulla chiave che aveva in mano, la controllò con la scritta sopra la porta, sì, era la sua stanza. Sorrise, quel ‘Che fare?’, così interlocutorio, così sospensivo, le sembrò di buon auspicio.Entrò, le serrande erano alzate, un neon di una qualche insegna, proiettava nella stanza una luce azzurra intermittente. Cliccò sul pulsante e una luce bianca illuminò la stanza. Chiuse la porta alle sue spalle, andò dritta verso l'armadio, lo aprì, controllò che fosse vuoto, diede uno sguardo nel bagno e tirò un sospiro di sollievo. Finalmente posò la piccola sacca che aveva con sé sul letto, ne estrasse una magliettina e uno slip puliti, si spogliò, prese l’accappatoio e si concesse una doccia ristoratrice.La stanchezza prese il sopravvento sui suoi pensieri, ed alla luce pulsante del neon che a tratti illuminava la stanza si addormentò…. per riaprirli di colpo, dopo un lasso di tempo che non seppe quantificare, con l’impressione che ci fosse qualcuno nella stanza.Scorse una sagoma ma,stranamente, non ne ebbe paura, solo aguzzò la vista per vedere meglio e vide un uomo non molto alto, stempiato, con baffi e pizzetto e una vividissima luce negli occhi. Alzò il braccio, puntò il dito verso di lei e cominciò a parlare:Francesca, Francesca, ti rendi conto di quel che hai fatto?? Hai smesso di lottare per i tuoi ideali, mettendo quei libri sotto al tuo sedere! Senza il tuo apporto, come farà il partito di rivoluzione sociale a tramutarsi in partito democratico di riforme sociali?? Approfittando della tua distrazione c’è chi *nega la possibilità di dare un fondamento scientifico al socialismo e di provare che, dal punto di vista della concezione materialistica della storia, esso è necessario e inevitabile; si nega il fatto della miseria crescente, della proletarizzazione, dell’inasprimento delle contraddizioni capitalistiche; si nega l’opposizione di principio tra liberalismo e socialismo; si nega la teoria della lotta di classe, che sarebbe inapplicabile in una società rigorosamente democratica, amministrata secondo la volontà della maggioranza… * Francesca ma che fai, dormi o mi ascolti? Francesca, Francesca???- Francesca, svegliati! Francesca… Dina la stava scrollando. Francesca mi ascolti??? Che ti succede??? Blateravi di socialismo, liberalismo, lotta di classe….- Ma dove sono, che ora sono???- Sono le tre e siamo a Roma, Francy, siamo andate a letto tardi, abbiamo conversato fino a tardi, scherzando sui libri di Lenin che hai a casa, al posto del materasso... poi poco fa hai cominciato a parlare nel sonno…- E Lenin dove è?- Lenin?Sarà a Mosca, nel mausoleo che lui non voleva.... ma che c’entra adesso Lenin???- Niente Dina, niente…. Ho fatto solo un sogno, domani te lo racconto ...ah! ricordami di chiedere a Ida se fa uno dei suoi collage sul sogno che ho fatto…dormiamo ora !!Francesca spense la luce, ritornò il silenzio e, nel silenzio, udì Dina che cantava sottovoce: allons enfants de la Patrie , le jour de gloire est arrivé…..!!!!
Ma... era proprio la voce di Dina??? Aveva uno strano accento russo...
N.B.:da * a * è tratto da "Che fare?" di Vladimir Il'ič Ul'janov detto Lenin
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