Magazine Economia
di Paolo Cardenà - C'è da dire che in effetti la politica, nel nostro miserabile Paese, ha subito un forte rinnovamento in questi ultimi anni: prima andavano a trans con le auto blu, ora invece organizzano festini e cene faraoniche a base di ostriche e champagne, che sono sicuro neanche capiscono. Alla faccia della sobrietà, insomma. Il tutto, ovviamente, derubando gli italiani dei loro sacrifici e privandoli di un futuro dignitoso. Una nazione ormai prossima al collasso e con un numero sempre più preoccupante di persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese, stanno assistendo allo scempio che continuano ad offrire questi parassiti di stato, votati alla ruberia, alla sopraffazione del più debole e alla distruzione di ricchezza. Quelli della prima Repubblica, al cospetto di questi furfanti, malfattori e farabutti erano dei dilettanti e certamente più Signori. Le cronache di questi giorni, più che altro, sembrano cartoline da basso impero.
Davvero un gran rinnovamento. Ma non c'è da stupirsi affatto, se solo si considerasse che viviamo in una società dove in Tv, vanno in onda trasmissioni (vedi qui il video) che parlano di rinnovamento della politica e poi invitano D'Alema, a fare da mentore, solo per citare un esempio che mi viene in mente.
Personalmente, non ho mai sposato l’idea che esista una seconda Repubblica nata dalle ceneri di una prima - crollata con gli eventi di tangentopoli -, se non in termini convenzionali. Al contrario, ho sempre pensato che questa presunta seconda Repubblica, oltre ad aver ereditato dalla prima, quanto di peggio questa abbia commesso, ne costituisca la natura prosecuzione e conseguente degenerazione, con elementi di maggiore inquietudine: l'occultamento dei nobili principi caratterizzanti una vera democrazia, la caduta morale e culturale espressa dai politici e il pressapochismo che li ha accompagnati. Oggi, come ieri, i partiti occupano tutte le istituzioni statali, centrali, intermedie e locali. Occupano banche, enti, luoghi di potere, televisioni, università e aziende pubbliche. Anzi, queste ultime, talvolta, vengono mantenute in vita proprio per riciclare poltrone da riservare a politici falliti, corrotti o addirittura condannati, e concedere a questi il favore di poter vantare un incarico, apparentemente di prestigio. E’ sempre la Repubblica delle tangenti, della corruzione, della concussione e dell’illegalità diffusa; dei favoritismi, delle sopraffazioni, della difesa di interessi diparte, corporativi e lobbistici e delle raccomandazioni. Questi elementi appartengono ai politici di oggi come a quelli di ieri, proprio come se fossero una naturale eredità trasferita dal corso dei tempi. Il risultato di questa degenerazione è sotto gli occhi di tutti: una nazione prossima al fallimento, con una pressione fiscale ai limiti dell’esproprio e un apparato burocratico e amministrativo degno della migliore unione sovietica, volontariamente mantenuto poiché enorme bacino di voti e quindi di privilegi. E proprio mentre gli italiani sono chiamati a sacrifici enormi in nome della salvezza di una nazione che loro hanno distrutto, questi continuano a farsi beffa del futuro della popolazione e delle generazioni a venire. Continuano a rubare in maniera spregiudicata e ad anteporre gli interessi personali a quelli della collettività, depredando la Nazione delle sua democrazia e del sogno di un futuro migliore. Stanno inducendo la popolazione alla disperazione e all’esasperazione. Ci dovremmo davvero interrogare sul senso del pagare tasse, e ancora tasse, per mantenere questi distruttori di ricchezza, sapendo che i nostri sacrifici andranno a favore di una classe dirigente inadeguata e incapace , o peggio, di un manipolo di ladri e corrotti che, oltre ad essere esempio della caduta morale e del declino di una Nazione, hanno come unico fine quello di difendere e mantenere inalterati i loro privilegi a danno degli italiani. Un popolo di sessanta milioni di persone, sottomesso e tenuto in scacco da qualche migliaio di malfattori coesi ed arroccati a difesa dei propri soprusi, è destinato alla schiavitù. Quando cesserà tutto questo? Quando smetteremo di piangerci addosso e inizieremo a riprenderci il nostro futuro e quello dei nostri figli.
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