Io, da quel giorno, per via della discriminazione – mia nonna Sara non mancò mai di ribadire che è meglio un figlio drogato che un figlio etero - asciugai in silenzio molte lacrime, mentre dentro di me pregavo un Dio giusto, del tutto diverso da quello che la Chiesa Omosessuale cristiana mi imponeva (tra l’altro, lo sanno tutti che i preti e le monache si danno un gran da fare, protetti dalle mura dei conventi). Capii infine che non mi sarei mai piegato alle loro ricorrenze farsesche, e all’obbligo di sposarsi solo tra persone dello stesso sesso! Perché mai dovevo sentirmi in colpa, poi? Dove stava scritto, che dovessi essere io, il “diverso”? Avrei trovato una ragazza con i miei stessi gusti “anormali”, e me ne sarei fregato, se anche non ci avessero fatto sposare, né ci avessero permesso di avere dei figli nostri, o di prendere insieme un mutuo e godere dell’assistenza medica riservata ai nuclei famigliari omosessuali. Altri prima di me hanno già cominciato a lottare, e anche alcuni genitori di ragazzi eterosessuali hanno appoggiato la battaglia, dando sostegno alle associazioni Arcietero. Parlano di voler dedicare una giornata a noi, per il nostro orgoglio, l’Eteropryde. Chissà, magari un giorno anche le mie madri capiranno.
Le cose stanno cambiando, penso, mentre affretto il passo, e intanto dentro di me ho tanta paura che le mamme si sveglino e mi chiedano cose intime, terrorizzate dal contatto sporco delle relazioni che vivo, causa di terribili malattie. Certo, però, con Anna è stata una serata fantastica … Ecco, mi tremano le mani mentre cerco le chiavi di casa nella tasca dei jeans … Salvo! Entro e mi tolgo le scarpe per non far rumore, poi socchiudo piano la porta della mia camera e vado a letto.
Dopo un’ora, Simonetta e Daniela si alzano insieme e vanno mano nella mano a spiare Claudio che dorme. Il ragazzo ha spalle grandi e fianchi stretti, lineamenti armoniosi e gambe lunghe. Pare un angelo. “Non gli mancherebbe proprio niente, per essere gay. Che spreco!” pensano contemporaneamente.
(Questo racconto è nato da una bellissima idea di mio figlio, che ha voluto generosamente regalarmela perché la scrivessi. Insieme lo dedichiamo ai nostri numerosi amici omosessuali, a cui vogliamo un monte di bene)
R. L. e D.G.