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Deficit/Pil al 3%: com’è nata questa soglia? “Senza un’analisi teorica”

Creato il 30 gennaio 2014 da Molipier @pier78

Scritto da: Ivan Lagrosa 30 gennaio 2014 in Attualità, Economia, News Inserisci un commento

C’è uno spettro che si aggira per l’Europa: lo spettro del 3%.

Dopo più di centosessant’anni dalla pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista di Marx, lo spettro che si aggira per l’Europa, disturbando i sogni di capi di Stato, banchieri, investitori, non è più il comunismo ma bensì il tetto del 3% per il rapporto disavanzo/Pil.

Introdotto con il trattato di Maastricht del 1992, da venti anni consideriamo questo vincolo come se fosse sacro: ha condizionato e continua a condizionare le politiche economiche dei singoli Stati europei. Nel nostro, di Stato, per esempio, pochi mesi fa è stata ulteriormente aumentata l’IVA proprio per evitare che si sforasse quella soglia.

Penso che nessuno si sia mai chiesto perché proprio il 3% e non un altro numero. Dopotutto, l’economia è matematica e se si decide una soglia, si presuppone che questa sia frutto di ricerche, calcoli e proiezioni.

Ebbene, non è così. Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung e quello francese Le Parisien, hanno svelato l’origine, quanto mai insolita, di questa fatidica soglia del 3%.

Facciamo quindi un salto nel passato e andiamo negli anni 80, in Francia. Il governo socialista di Mitterand incaricò due giovani economisti di trovare una soluzione per porre un freno alle folli spese pubbliche. Questi due giovani erano, e sono tutt’ora, anche se non più giovani, Roland de Villepin e Guy Abeille. Sarà proprio quest’ultimo ad elaborare il tetto del 3% del rapporto deficit/Pil.

Come arrivò a stabilire questa soglia? Ce lo dice lui stesso: “Prendemmo in considerazione i 100 miliardi del deficit pubblico (francese) di allora. Corrispondevano al 2,6 % del Pil. Ci siamo detti: un 1% di deficit sarebbe troppo difficile e irraggiungibile. Il 2% metterebbe il governo sotto troppa pressione. Siamo così arrivati al 3%. Nasceva dalle circostanze, senza un’analisi teorica”.

E ancora: “Abbiamo stabilito la cifra del 3 per cento in meno di un’ora. È nata su un tavolo, senza alcuna riflessione teorica. Mitterrand aveva bisogno di una regola facile da opporre ai ministri che si presentavano nel suo ufficio a chiedere denaro. Avevamo bisogno di qualcosa di semplice. Tre per cento? È un buon numero, un numero storico che fa pensare alla trinità

Se queste sono le basi su cui si fonda la politica economica europea, si comprende il motivo per cui l’economia dell’eurozona fatichi ad uscire da uno stato vegetativo.

Fonte | ilSole24ore

deficit Economia europa News 2014-01-30

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