“Say what?” I asked after a hard swallow.
“Repeat after me: Henry Edward Knightly, the third, is the king of the kitchen.”
“The third?” I couldn’t help cackling.
“Say it,” he demanded, his fingers gripping my shoulders, pressing me against the wall. “I don’t know why you’re fighting so hard against it, Spring.” His voice turned eerily calm. “You know what’s coming if you don’t completely obey me. I will dunk you, and believe me”—he glanced down at the front of my shirt—“I’ll enjoy every second of it.”
“Okay, okay!” I closed my eyes and took a deep breath.
“Henry Knightly is the king—”
“No,” he cut me off, moving his hands to either side of my neck. “Henry Edward Knightly, the third.” I opened my eyes just so I could roll them and mutter something mocking. But his face was nearer than I expected, his hands gentle on my neck, holding me in place. He stared into my eyes, not blinking. We were so close, almost chest to chest, and for a moment, I forgot I was supposed to breathe. Without another word, he bent his flour-covered face to mine, and I stopped breathing altogether.
“Definitely, maybe in love” è il primo volume della serie Definitely Maybe di Ophelia London e giace da tempo immemore nella mia cartella dei libri da leggere. Lo avevo richiesto millenni fa alla Entangled: Embrace e solo ora mi sono decisa a leggerlo. Se non AMATE alla follia Jane Austen e non gradite i retelling tenetevi alla larga da questo libro. È uno dei retelling di “Orgoglio e Pregiudizio” più fedeli, ma allo stesso tempo più originali che abbia mai letto.
La sua teoria sull’attrazione sta per ricevere un nuovo angolo…
Spring Honeycutt desidera due cose: eccellere con la sua tesi sulla sostenibilità e salvare l’ambiente. Entrambi sembrano inaccessibili finché il suo relatore non le suggerisce che con una nuova prospettiva, il suo articolo potrebbe essere pubblicato. Spring giura che farà di tutto perché questo accada. “Tutto quello che è necessario” però, significa collaborare con Henry Knightly: un ragazzo molto sexy, molto privilegiato, molto presuntuoso. Henry è la sola speranza di Spring per la pubblicazione, ma è anche il figlio ricchissimo di un costruttore e l’opposto di Spring in ogni cosa. Sfortunatamente è molto attratta dal modo in cui la stuzzica, sia politicamente che fisicamente. Mentre lavorano sulla sua tesi, Spring scopre che c’è molto di più in Henry che ricchezza e felpe con i rombi… ma può abbandonare il suo atteggiamento abbastanza a lungo da avvicinarsi a lui? Improvvisamente scegliere tra quello che vuole e quello di cui ha bisogno mette Spring in crisi rispetto a tutto quello in cui ha sempre creduto.
Definitely, Maybe in Love è un retelling moderno di Orgoglio e Pregiudizio e dimostra che per amore vale la pena rischiare un po’ di orgoglio.
Sono sempre stata un’inguaribile romantica, una di quelle che impazzisce per una storia d’amore, che possibilmente non mi faccia venir voglia di picchiare l’eroina. E sono stufa di tutte quelle storie in cui lui è un latin lover e lei una sfigatella con il potere di redimerlo. L’amore si costruisce sul rispetto reciproco, sulla condivisione, non su abitudini da debellare in qualche modo. E il fascino del tenebroso Mr. Darcy sta anche nel suo essere davvero incompreso. Elizabeth è talmente offuscata dal suo orgoglio da ostentare un pregiudizio quasi crudele. E questa dicotomia, pungente, resta alla base anche del retelling della London, che ne riprende i temi cardine e li ripropone con un filtro moderno e una peculiarità unica. Spring e Henry non solo sono agli antipodi, caratterialmente, per classe sociale e convinzioni politiche, ma sono avvolti anche dagli equivoci e dal pessimo tempismo.
È proprio Spring che racconta la sua storia in prima persona, senza nascondere nulla delle sue emozioni. È con lei che veniamo a scoprire Henry, a sperimentare l’attrazione non solo fisica, ma anche intellettuale, e a capire, che a volte, l’amore arriva davvero quando meno te lo aspetti. A volte pensi di avere tutte le risposte in mano, e poi ti accorgi che sono solo pallide imitazioni della realtà. Questo è un libro che pur essendo piuttosto banale nello sviluppo (lei che incontra lui, equivoci a go go, un po’ di cliché sparsi) rimane una di quelle storie che non puoi dimenticare, che ti aprono e conservano un sapore immortale. Spring è uno spirito libero, squattrinata, ha trascorso tutta la sua vita a cercare di realizzare il suo sogno: entrare a Stanford e ora che è iscritta deve trovare il modo per emergere tra un branco di ragazzi competitivi e alla ricerca di una chance. Non è facile quando il mondo pretende tanto da te. Devi avere esperienza, ma devi essere giovane, devi essere competente, ma capace di imparare, devi essere flessibile, devi darti da fare. E per emergere, per uscire dalla massa di studenti, si inventa un ruolo, che la rappresenti. Ha avuto sempre un certo tipo di convinzioni, una liberale nel midollo, con la propensione all’ambientalismo, ma le ha talmente esasperate da cambiare anche il suo aspetto fisico per adattarvisi, perdendo di vista il vero significato di tutto quello che voleva. Spring è bloccata nella sua maschera, e incontrare Henry mette in moto dubbi e incertezze che la lasciano a martoriarsi nell’inquietudine di essersi spinta troppo in là.
E Henry è il più classico dei Mr. Darcy. Elegantissimo, ricco, educato, iscritto alla scuola di legge e mal giudicato fin dall’inizio. Paziente ma intransigente, spiritoso ma con una serietà unica, con quelle felpe a rombi un po’ ripetitive, ma capace di indossare un cappello da cowboy con la disinvoltura di chi ci è nato in un ranch. Niente è come sembra, e dietro il volto raffinato del futuro avvocato si nasconde un uomo passionale, che vota si repubblicano ma sa cosa è giusto e cosa è sbagliato, e si impegna per cambiare le cose. Il che rende il confronto con Spring ancora più appassionato.
I comprimari, che riassumono quei ruoli già delineati dalla romance classica della Austen, sono incredibili a partire da Julia per finire alla sorella di Henry che ho adorato tantissimo. In fondo c’è un’atmosfera magica, e pur essendo un new adult, conserva comunque la magia dell’impianto narrativo della Austen.
L’ambientazione è molto complessa, dal college californiano percorriamo l’America rurale in un viaggio on the road, che farà crescere emotivamente Spring in un viaggio non solo fisico ma anche psicologico alla ricerca di sé stessa.
Il particolare da non dimenticare? Un lucidalabbra all’ananas.
Un retelling sorprendentemente fedele e allo stesso tempo incredibilmente lontano, in cui le due facce dell’umanità si scontrano, solo per scoprire che sono appollaiate sulla stessa moneta, e possono solo abbracciarsi per condividere il loro amore. Mr. Darcy non è mai stato più moderno e affascinante.
Buona lettura guys!
