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Nel 2007 è stata inaugurata la Città dell'Altra Economia, un centro per la promozione degli stili di vita eco-compatibili e del commercio equo e solidale, situato all'interno dell'ex mattatoio di Testaccio. Dall'estate 2010 si vocifera di una sua possibile chiusura per incognite legate al contratto d'affitto e forse anche per problemi di cattiva gestione, e sarebbe un vero peccato vista l'importanza culturale del progetto.
C'è però qualcosa che non va con la Città dell'Altra Economia: il degrado assurdo in cui è immersa. Ma vi pare lontanamente concepibile che un luogo portavoce della natura, del benessere, del rispetto per gli altri esseri viventi, sia circondato dalla sporcizia, dall'incuria, dal vandalismo, dall'abbandono? E vi pare possibile che avvisaglie dello stesso degrado, si abbiano persino all'interno del piazzale antistante l'ingresso del Centro? A noi tutto questo pare del tutto inconcepibile, scandaloso.
Di chi è la colpa? Del Comune, principalmente, che ha lasciato la zona in completo abbandono, consegnandola a centri sociali e frequentatori della movida notturna.
Ma, secondo noi, anche la dirigenza della "CAE" non si è impegnata come avrebbe dovuto, nella tutela degli spazi a lei vicini, almeno per quanto riguarda l'ordinaria amministrazione. Possibile che gente interessata alla cura e rispetto del paesaggio abbia vissuto 5 anni in mezzo al degrado, senza promuovere iniziative di riqualificazione o quanto meno sollecitandole al Comune di Roma?
Non vogliamo credere che lo schifo che circonda la Città dell'Altra Economia sia passato inosservato ai suoi frequentatori e dirigenti. Guardate le foto. Si parte da Via di Monte Testaccio, con i marciapiedi distrutti, i cassonetti abbozzati, bruciati e coperti da manifesti abusivi, la monnezza per terra, le scritte e i manifesti sui muri. Arriviamo a Largo Frisullo, entrata del complesso in cui ha sede la "CAE": graffiti vandalici, tags, cavi penzolanti. Bell'accoglienza. Poi ci si trova nello spazio esterno alla Città dell'Altra Economia e, quindi, non di sua competenza. Anche qui, desolazione più totale: graffiti, vegetazione selvatica, rifiuti e sporcizia. Una rete metallica ci separa dallo spiazzo interno alla Città dell'Altra Economia. Il capannone restaurato che la ospita, è un gioello dell'estetica e dell'architettura bio-compatibile. Il piazzale che la circonda, è lasciato a sé stesso: erba incolta, pneumatici "decorativi" (non abbiamo capito a che servano...), adesivi di Greenpeace attaccati al recinto in ghisa di fine '800, una scatola elettrica semi-distrutta. Avvicinandosi all'ingresso, uno dei vasi per la coltivazione biologica è "firmato" da una tag del solito vandalo esibizionista.
Questo è ciò che sta fuori la Città dell'Altra Economia. Ora, immaginatevi una struttura del genere, trasportata a Berlino, a Parigi, ad Amsterdam, a Barcellona. Immaginate la cura per l'ambiente circostante, la pulizia, la manutenzione del verde, la scelta ponderata di eventuali murales per abbellire le superfici murarie.
Qui da noi, invece, è tutto lasciato al caso, al disinteresse, all'abbandono, al "vivi e lascia vivere" allo stato brado. I risultati sono un luogo di armonia ed equità (la Città dell'Altra Economia), sommerso da bruttezza, sporcizia e squallore. Quando si deciderà il Comune a riqualificare il Campo Boario? Perché la Città dell'Altra Economia non organizza un "Decoro Day", anche insieme a noi o con le associazioni ambientaliste? Dove sta scritto che l'ex Mattatoio deve rimanere terra di nessuno?
(Servizio e reportage di immagini by Les)
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