Dei quiz preserali e della stupidità umana

Capisco che il tuo lavoro ti faccia schifo. Che ti annoi.
Che pensi che uno bravo come te dovrebbe avere un one-man-show, altro che quello stronzo di Fiorello.
Invece ti fanno doppiare la tigre dell’Era Glaciale e ti mollano Reazione a Catena.
Ma questo non è un buon motivo, caro Pino Insegno, per condurre con tanto sfavamento che fa passare la voglia di vedere il quiz.
Fai finta, come Carlo Conti che sembra ogni sera entusiasta come se ripetere per la milionesima volta la parola “scossa” fosse – appunto – l’esperienza più elettrizzante del mondo.

I quiz preserali di Mediaset, invece, poggiano su un assunto: la gente è stupida.
Quindi è inutile – e vecchio – fare quiz che si limitino a porre domande e attendere risposte.
E’ necessario che il 70% del programma sia puro show, idiota come si conviene a chi indirizza a un target di stupidi.
Così Bonolis, con i suoi programmi che si vanta di aver inventato, nei quali i concorrenti – evidentemente attori scritturati per la parte – rispondono ai quiz appesi al soffitto o travolti da un quintale di mele, mentre il conduttore esercita la sua ormai proverbiale logorroicità bullandosi di loro e degli scemi che fanno da corredo alla scena.
O Papi – e io Papi davvero lo ammazzerei, lo confesso – che mi impedisce di giocare alla Ruota della Fortuna perchè intermezza le frasi da indovinare con 1) la sua faccia da deficiente 2) il culo della valletta 3) le amabili scenette dei concorrenti, che anche in questo caso solo un totale coglione (quindi il target a cui si rivolgono) potrebbe pensare che siano veri.
E io devo spiegare a mio figlio, che si diverte a indovinare le frasi, che è tutta una volgare baracconata e non va guardata.

Una pezza ce l’ha messa il digitale terrestre, che da un giorno all’altro mi ha oscurato i canali Mediaset sulla tv di cucina.
Dice che dovrei chiamare un antennista per riaverli.
Ma anche no.