La notte del 4-5 marzo '53.
O fatto un bellissimo sogno, e mi è piaciuto di meterlo su queste pagine, perché se un giorno mi avverasse sarei la donna più felice della terra.
Mi svegliai col il cuore in gola dalla felicità.
Sognai così:
Eravamo sposati e avemmo due bimbi il maschio e la femmina tutte due biondi come il babbo con tanti ricciolini, io ero in cucina e i bimbi circondati alle mie sottane poi andammo incontro al babbo, che camminando per la strada che conduceva a casa nostra.
Eri tutto sudato e in mano avevi un fiore, il bimbo era il più piccolo (*) mi si staccò dalle mie sottane per andare incontro al babbo e cadde inciampando (**), il babbo fece più presto della mamma per alzare il bimbo e lo prese imbraccio e guardò non sera fatto niente (***) e poi lo coprì di baci.
Che gioie per una madre, e avvicinandosi a me mi donò quel fiore.
"Chi dona il fiore dona l'Amore"
E all'ora il nonno che se ne stava seduto davanti alla porta disse così: "Vieni dal nonno poverino vieni" (****) e il bimbo fece un attimo per scendere dalle braccia del babbo per andare dal nonno.
E tu mi mettesti il tuo braccio in torno al collo e mi sorridesti portandomi in casa felici e tanto contenti.
Il sogno finì qui perché mi svegliai di soprasalto perché sentii suonare le sette. Però il nostro sogno che stiamo organizando non finirà mai.
La sera quando veniva da me mi fischiava e mi canterellava sempre Anema e Core e che le parole dicevan così:
Teniamoci così Anema e Core
Non ci lasciammo più nemmeno un'ora
Questo desiderio in me mi fa paura
Paura, per non murì...
Non ce dicemmo più parole amare
Io vivo sol per te del tuo respiro
Restiam sempre così Anema e Core!
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(*) - Orpo, ma sono io.
(**) - Allora sì, non v'è alcun dubbio.
(***) - Fiùùùùù
(****) - Questo è invece un vero e proprio falso onirico: di' mi' nonno io ricordo solamente dei gran nocchini brucianti (che pure mi hanno fatto del bene, ritengo).
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- Quaderno del diario vissuto di Giovanna
- Anema e Core
- Dove si va signorine?
- Qui vedi dove dormo e ti sogno