Come scrivevo nel post precedente per quasi due anni ho rimbalzato tra Modena e Milano (e ancora ma con minor intensità continuo). Prima perché a Milano avevo una ragazza, poi perché successivamente a Milano ci ho lavorato e avevo (ho, non lo so nemmeno io) una ragazza, non la stessa un’altra. Che ci volete fare, sarà l’aria salubre all’ombra del duomo. Ad ogni modo il fatto è che questo comportava il non doversi mai affezionare ad un letto, e io sono uno di quelli che se non è sul suo letto difficilmente riesce a prendere un sonno dignitoso e va da se che questo finisce per influire sul risveglio, e sulla giornata e sulle persone che incontri e se sei per dire a Milano, dal momento in cui metti piede fuori di casa al momento in cui ce lo rimetti dentro di gente ne incroci, non poca.
Così, non mi ricordo nemmeno perché ma è finita che l’altro giorno stavo pensando a questa cosa del letto, che se uno ci va a ragionare a modo è ben strana, ma per me è sempre stato uno snodo cruciale. Allora mi son messo a disegnare mentalmente la mappa dei letti, almeno quelli della seconda parte dei due anni. Io lavoravo presso questa azienda di Milano tre giorni la settimana per conto di una società di Modena, dal martedì al giovedì, poi il venerdì rientravo perché dovevo lavorare in sede della società che mi aveva assunto, a Modena. Il fatto però è che io non vivo precisamente a Modena, ma in un paesino a 20 km dalla città.
Allora inizialmente quando ho iniziato a lavorare, che è stata una cosa improvvisa, che tutto è capitato in meno di un mese quando mi hanno detto ok lavori però a Milano, son stato ospitato dai miei parenti Milanesi e l’organizzazione settimanale era la seguente: il lunedì stavo a casa mia nel paesino a 20 km (da Modena) e dormivo nel mio letto, poi il martedì andavo a Modena e prendevo il treno, scendevo a Lambrate, 500 mt a piedi ed ero al lavoro. All’uscita dal lavoro correvo a casa dai parenti, e dormivo li da loro che tra l’altro erano in fase di trasloco e quindi la casa era tutta un po’ all’aria. La mattina mi svegliavo, bus+metro ed ero al lavoro, poi il giovedì uscito dal lavoro saltavo direttamente sul treno e tornavo a Modena, dove per comodità mi fermavo a dormire da mio padre che ha la casa a nemmeno un km da dove si trovava l’azienda in cui dovevo fare il venerdì. La mattina mi svegliavo correvo a lavorare e poi alle 18 tutti liberi e a quel punto era il weekend e mi fermavo a Modena fino alla domenica mattina quando tornavo a casa nel paesello e lì restavo fino a martedì mattina quando correvo nuovamente alla stazione di Modena e prendevo il treno e tutto ricominciava.
Un bel giorno poi conosco questa donna, di Milano, e cominciamo a vederci, mentre nel frattempo i miei parenti erano in dirittura di trasloco e dopo, una volta traslocato ognuno per la sua strada, questi erano i patti. Così succede che la cosa tra me e questa donna diventa seria e intanto i miei parenti tralocano e io continuo a lavorare tra Modena e Milano. La donna però vive fuori Milano, allora deve cambiare per forza anche la mia organizzazione settimanale e si mischiano nuovamente le carte dei letti.
Comincio salendo a Milano il lunedì pomeriggio, per stare una sera di più con lei, e a casa nel paesello ci resto solo la domenica, mentre a Modena il venerdì e il sabato, così ho anche modo di frequentare un po’ tutti gli amici. E insomma finisce che lunedì prendo il treno arrivo a Milano, poi metro+ferrovie nord per arrivare al suo paese e dormo li, poi la mattina di nuovo ferrovie nord+metro e arrivo al lavoro così fino a giovedì che poi devo tornare a modena che il venerdì devo lavorarci e sto a Modena fino a domenica mattina, che poi torno al mio paesello.
Quindi facendo due calcoli prima dormivo due notti nel mio letto, poi due notti dormivo a Milano a casa dei parenti, e tre notti alla fine le dormivo a Modena a casa di mio padre. Poi son finito a dormire una notte nel mio paesello, più tre notti a Milano e tre a Modena. Però poi a volte c’era la variabile che finiva che al paesello una sola notte, a Milano diventavano quattro perchè va bene tutto ma c’eran di quelle volte che dicevo ok, dai prendo il treno venerdì mattina dalla Centrale e arrivo a Modena e vado diretto a lavoro, che si capisce il perché lo facevo anche se i tre giorni lavorativi a Milano già li avevo fatti, anche se poi mi sentivo come un centometrista che ha il giudice col fiato sul collo e il cronometro nella mano, che con trenitalia non si sa davvero mai. Credo poi in un paio di occasioni di aver fatto praticamente tutta la settimana a Milano, o meglio tra Milano e il paese li vicino dove vive la donna, ma solo poche volte e nemmeno ricordo perché quei venerdì in azienda a Modena non ci sia andato, ma è meglio non indagare.
E morale con tutto questo dormir ramingo su letti diversi in luoghi diversi ogni due o tre giorni a pensarci bene avrei dovuto esser stanco morto, che vi ho detto che se non son sul mio letto io… Ma dovevo essere talmente preso dall’incastrare tutto, orari, mezzi, lavoro, donna, ricordarmi dove avrei dormito e per quanto che alla fine riguardando oggi il sonno era l’ultima cosa che mi veniva in mente. Adesso stacco e vado a dormire, nel letto al mio paesello, quello a 20 km da Modena, e chissà per quanto anche se in cuor mio spero anche questa volta davvero poco.