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Ho avuto un’altra discussione col personaggio immaginario: lui si ostina a voler diventare qualcuno di nuovo, totalmente originale; io continuo a sperare che al mondo esistano ancora storie che non corrispondano ai soliti cliché.
Sono stufo: tutte le idee che hosono già state scritte. Devi aiutarmi. Devi scrivermi una storia che lasci tutti senza fiato. Dai, mettiti seduto e vediamo di trovare una soluzione a questo tragico problema che ti affligge, senza usare metafore tanto vecchie d'avere l'Alzheimer: vuoi essere un uomo o una donna? Allora… che ne dici di far di me un tizio a cui rapiscono l’ex moglie? Magari che capisca di essere ancora innamorato di lei nel preciso momento in cui le salva la vita. Poi tornano a vivere assieme e tutti i problemi per cui erano diventati ex svaniscono nel nulla? E facciamo anche che nell'istante in cui il rapitore ti sta per sparare... lui stesso viene ucciso da uno sparo totalmente inatteso... della tua ex moglie?! Come sei acida oggi. Non ti voglio prendere in giro. Sei il mio personaggio… vai avanti con le proposte. Ok… voglio combattere nello spazio! Lottare contro dei tizi malvagi che si sono intrufolati nella mia navicella! E magari, mentre ti inseguono, riuscire a salvarti per un pelo entrando nella sala comandi in scivolata, passando tra due porte scorrevoli? Uffa! Voglio essere un tizio dell’FBI sotto copertura, che per lavoro fa il libraio Ecco. Questa può essere un’idea da sviluppare. E voglio avere un amico gay che gioca a Bingo. Continua… ...Che viene rapito! Daje! E magari dopo averlo salvato lo abbraccerai dicendogli «Va tutto bene… sei al sicuro adesso». Lo ripeto... sei acida! Senti, perché invece di dire quello che vuoi non mi parli di quello che sei certo di non voler fare o essere? Brava! Quello che so è che non voglio essere un ipovedente: sia che tu abbia gli occhiali che le lenti a contatto, finisci sempre per romperli o perderle nel momento più inopportuno. Di conseguenza se sei ipovedente puoi già considerarti morto. Questo mi fa pensare che se vivessi in un film sarei sicuramente la prima a morire, sono pure bionda e si sa che le bionde nei film hanno vita breve quanto la loro intelligenza. Continua… Non voglio avere una casa costruita su un cimitero indiano né un cane, che quelli nei film li ammazzano sempre e soltanto per dare un tono triste alla narrazione. Non mi ci far pensare! E poi non voglio una doccia con la tendina. Voglio una doccia che al posto della plastica abbia il vetro che mettono sulla Papamobile. Ok, me lo segno. Non voglio avere stalker come vicini di casa: gente che se ne sta tutto il giorno e tutti i giorni seduta sul dondolo del sul portico o a tagliare le siepi e il prato. Mi mettono ansia. Va bene. Non voglio essere un barista. Poi dovrei ascoltare i lamenti di gente che non è mai passata prima nel mio bar e che mi paga lasciandomi banconote sgualcite senza neanche aspettare lo scontrino. Mi piace questo tuo risvolto psicologico tendente alla legalità. Non voglio che tu mi faccia salire in auto senza avermi fatto controllare prima che nel sedile posteriore non ci sia qualcuno. Quando hai ragione, hai ragione. E non voglio nemmeno fare il tassista! Perché poi la gente mi ordinerebbe di seguire «Quell'auto» e a me di finire come sempre per investire un barbone con il suo carrellino, schivando per un soffio neo-mamme con il passeggino o vecchietti sulle strisce pedonali, e terminando il viaggio distruggendo un’ortofrutta e mandando tutto all'aria… beh, proprio non mi va. Non hai tutti i torti. Voglio essere un cattivo, ma uno intelligente! Sai cosa voglio fare? Hai presente quando qualcuno parla con la tomba di un suo caro, ad alta voce, credendo che questo lo possa sentire e senza preoccuparsi che chi gli passa vicino lo creda matto? Ecco, io quando catturerò il tizio di turno, non starò venti minuti a fargli un monologo assurdo mentre è ancora in vita: gli sparerò a tradimento, mi assicurerò che sia morto e poi mi metterò a parlare. Preferivo il tuo lato legale quando parlavi degli scontrini. Non voglio diventare né un poliziotto né una spia: voglio frequentare una scuola normale, con gente normale e dove non si perda la verginità dopo il ballo di fine anno perché si è bevuto troppo punch rosso corretto. Voglio essere un tizio comune, che non debba mai mettersi a correre sul tetto di un treno in corsa o aprire una porta facendo strisciare sullo stipite una carta di credito. Né voglio che qualcuno mi spari, anche se poi mi salverei per un pelo grazie a una vecchia copia della Bibbia dalla copertina scura che ho prontamente tenuto nella tasca della giacca. Vedi? Così si parla! Ma dobbiamo proprio mettere da parte l’idea di farti diventare un detective? Voglio fare l’artificiere e voglio fare qualcosa di sensazionale: voglio disinnescare una bomba quando mancano ancora dieci minuti allo scadere del tempo. Poi voglio tornare a casa, trovare mia moglie che è appena rientrata con buste della spesa di plastica, non quelle senza manici, e che non abbia ordinato per cena qualcosa come cibo cinese o pizza.
Voglio mangiare e fare l’amore con lei senza saltare i preliminari, sudando come vivessi in Mozambico e fosse mezzogiorno, senza preoccuparmi di accendere il caminetto e non facendolo sul tappeto, che ci sono gli acari.
Voglio un figlio che non mi chieda di aiutarlo con progetti scientifici scolastici che implicano la costruzione di vulcani o la colorazione di palle di plastica che rappresentino pianeti: mio figlio sarà un tizio in gamba, autonomo, non interromperà mai me e sua madre nell'esatto momento in cui stiamo per baciarci per chiederci qualcosa di totalmente idiota, e farà i compiti seduto sulla scrivania e non sdraiato sul letto in posizioni poco ergonomiche. Mi piaci quando fai il salutista! E non organizzerà mai party alle mie spalle inondando la casa di persone che neanche lui conosce! Io sarò un padre normale, ma severo: se mio figlio si addormenterà sul divano dopo una sera di bagordi in una discoteca dove è entrato dopo una fila di un’ora e dopo aver litigato con il buttafuori nerboruto, non gli metterò neppure una coperta addosso. Ti preoccupi della sua schiena e non del fatto che dorma sul divano? E guai a te se lo chiami Junior, se gli metti un albero vicino alla finestra e se non lo obblighi a salutarmi prima di chiudere una conversazione telefonica. Questa cosa ha preso il sopravvento: dici che se togliamo tutte le cose che non vuoi riusciremo a creare davvero una storia mai scritta? Ma sì, ho fiducia in te Per Giove! Ecco, giusto quello di cui stavo parlando...
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