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Ora, premesso che alle mie pause di riflessione ci dovete fare un po' un callo perché anche per sparare baggianate occorre la giusta motivazione, mi sembra di dovervi qualche spiegazione. Cioè in realtà non vi devo proprio nulla. Io potrei dirvi che sono stata impegnata con la visione di 4 serie di The Walking Dead e con la lettura della saga di Hunger Games (cosa tra l'altro vera) e poi tranquillamente riprendere a scrivere cavolate come prima senza addurre motivazioni plausibili alla mia assenza. Epperò non posso. Non posso perché se continuo a procrastinare questo post di spiegazioni finisce che il blog lo chiudo proprio. E non mi va.
In pratica quella che è stata la mia vita negli ultimi 5 anni è stata rivoltata come un calzino dai seguenti fattori:
1) Ho lasciato il lavoro. Era una cosa risaputa, programmata e - onestamente - anche attesa, ma a cui forse non ero ancora preparata. Dopo aver trascorso gli ultimi 29 anni a proiettare un'immagine di me in stile "femmina emancipata e affermata che non deve chiedere mai" ritrovarmi improvvisamente a casa a fare la calzetta mi riesce alquanto difficile. Certo, la possibilità di fare numerosi pisolini durante la giornata non è poi così male. Certo, non rimpiango le call conference alle 23.30 di sera (veloggiuro, è successo veramente). Certo, non mi mancherà l'umanità e la comprensione del mio "capo" per il quale sarei anche potuta morire di dissenteria sotto i suoi occhi purché la cosa gli tornasse utile. Certo, non mi dispiace affatto aver finalmente potuto chiudere una partita IVA sulla cui reale natura e utilità continuo a pormi domande di tipo etico, morale e metafisico. Ma al tempo stesso non posso dimenticare che lo stesso lavoro che a volte mi ha portato sull'orlo dell'esaurimento nervoso, mi ha anche permesso di acquisire maggiore sicurezza in me stessa. Fino al punto da arrivare a scrivere un blog fermamente e indiscutibilmente fondato sul cazzeggio, senza per questo sentirmi cazzona. Ora, fare ciao ciao con la manina a tutto ciò non è semplice.
2) Fra meno di un mese vado a vivere in un altro paese.Già vi vedo là tutte gasate a dire "Figo! sono certa che stastronza andrà a Parigi / New York / Londra / Tokyo!". Ecco no. Vado a Tunisi. E vi assicuro che mi poteva andare molto ma molto peggio.Anche questa era una cosa risaputa, programmata e attesa. Perché se è vero che sono stata fortunata a incontrare "un uomo a cui dare fastidio per il resto della mia vita" è altrettanto vero che insieme a Coinquilino mi sono presa tutto il pacchetto che comprende anche: traslochi a raffica, stile di vita nomade, difficoltà a programmare il futuro da qui a 6 mesi e dipendenza da videogiochi discutibili.Ora a parte il fatto che sto andando al manicomio io e l'Agenzia delle Entrate / l'INPS / l'AMA / l'ACEA / il Servizio Sanitario Nazionale e qualsiasi altro ente pubblico con il quale debba chiudere i rapporti e a parte anche il fatto che sto coordinando un progetto di trasloco che poco ha da invidiare alla più complessa start-up imprenditoriale (e in effetti lo sto coordinando avvalendomi del mio amato e fidatissimo Excell), non possiamo ignorare le implicazioni di tipo psicologico e affettivo che questo cambiamento comporta. Tipo Madre in lacrime convulse. Amici che ti guardano come se stessi andando a fare gli Hunger Games. Femministe e moralisti di vario tipo che ti schifano pensando che stai buttando nel cesso 50 anni di lotte per la parità dei diritti. Consapevolezza che a Tunisi i prezzi di Zara sono decisamente più alti per via dei dazi doganali. Difficoltà a separarsi dalla mia amata (sebbene diroccata) casetta al centro di Roma nonché dal prosciutto.Capite il dramma vero?
3) Il miracolo del capello autopulente.Ve l'avevo promesso e quindi non posso esimermi, anche se vi giuro che mi costa moltissimo parlarne così pubblicamente. Questo è il cambiamento più sconvolgente, quindi sedetevi su una sedia stabile e comoda, respirate profondamente e tenete a portata di mano il Ventolin.Mi piacerebbe potervi dire che il miracolo dei capelli autopulenti sia dovuto all'utilizzo di prodotti ecobio. Purtroppo non è così. La verità è che si tratta di un fenomeno molto comune quando ci si trova in un avanzato stato gravidico. E io lo sono. Quindi mi godrò questo delizioso scherzo della natura per i prossimi 4 mesi e mezzo e poi tornerò a maledire me e i miei capelli grassi, sfibrati e opachi.Ora che mi sono strappata il dente, senza dubbio potrò riversare su questo blog tante utili informazioni e consigli su come evitare le smagliature, accettare l'esplosione delle proprie tette e vestirsi in modo dignitoso nonostante il vostro corpo sia impazzito. Però, per favore, se dovesse diventare un "mommy blog" sopprimetemi. Grazie.
Ora vi lascio perché dopo quest'ultima confessione sento la forte esigenza di andare a sbattere la testa contro uno spigolo molto acuminato. Vi amo.
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