Quando di un antico passato non sussiste niente, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più fragili ma più
intensi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore restano ancora a lungo, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sulla rovina di tutto il resto, a reggere, senza piegarsi,
sulla loro gocciolina quasi impalpabile, l’immenso edificio del ricordo.
Marcel Proust
Ci sono ricordi, profumi soprattutto, che mi arrivano all’improvviso, e, come un mantello caldo che mi avvolge e mi scalda, mi ricordano frammenti di me, del mio corpo, della mia memoria sopita.
Sono senza preavviso: arrivano, ti svegliano, brevi secondi, e poi ritornano tra le pieghe del tempo.
Così oggi, mentre cucinavo, e la pentola forse si era riscaldata troppo, sentivo quel profumo di brace, quella del braciere di mia nonna, quello che teneva sempre vicino. Profumo di inverni poveri, semplici,di mandarino, di chiacchiere, di casa…profumo di tempo mai perduto. Perché il tempo passa, quasi distratto su di noi, indifferente ai nostri turbamenti, ma il suo svolgersi è come una barca in mezzo al mare, che ci permette il viaggio tra il tempo e la memoria, per ricordarci chi siamo e chi siamo stati.