Del tempo per me.

Da Mafalda1980 @mafalda1980

Ieri pomeriggio, affacciandomi alla finestra della stanza in cui lavoro, ho visto questo cielo plumbeo.

Grigio su grigio e poi ancora grigio.
Sono seguiti lampi, tuoni, fulmini e saette, svaniti magicamente nel momento in cui sono uscita, per mia fortuna.
Tornando a casa mi sono fermata a fare una commissione e ho visto che ha chiuso per sempre L'albero della cuccagna.
E che è, come direbbe Elisa, L'albero della cuccagna?
Era un negozio che io associo alla mia infanzia qui a Vicenza, dove si andavano a comprare specialità gastronomiche da tutto il mondo, prima dei negozi etnici che permettono a chiunque di assaggiare pezzetti di casa propria in qualunque momento.
Là mia mamma comprò il primo tartufo che assaggiai, e anche l'olio alla rosa, e il curry, quello buono, e il prosciutto buono con la cotenna larga.
Già da qualche anno quel negozio aveva cambiato gestione, ma i nuovi proprietari non avevano cambiato la tenda esterna, che era sempre rimasta la stessa, sebbene scolorita dal tempo.

Ed ecco, al suo posto ben presto ci sarà un altro negozio appartenente a una catena, così poco tipico e così impersonale, e probabilmente loro la cambieranno, la tenda.
Ed Elisa avrà un'altra immagine mentale per il concetto di "albero della cuccagna", che invece quel negozio rendeva magnificamente.
Pazienza.
Intanto oggi è stata una bella giornata.
Mi sono presa del tempo per me, alzandomi presto questa mattina.
Sono andata a fare colazione in pasticceria e ho comprato le brioches anche per IlMioAmore e la Purulla, brioches che nei dieci minuti scarsi della mia permanenza erano andate a ruba, ma la burbera signora me le aveva già messe da parte.
Fuori dalla pasticceria c'erano tre auto della polizia, una decina di poliziotti stava facendo colazione.
Che adunata, ho pensato.
E non avevo visto ancora niente: dopo aver portato le brioches sul tavolo della cucina, immaginandomi le facce dei miei amori quando si sarebbero svegliati, ho preso l'auto e sono andata in centro, per andare dalla parrucchiera che non mi vedeva da settembre.
Davanti alla stazione ci saranno state sei tra camionette e auto della polizia.
Sono arrivata in anticipo dalla parrucchiera, così sono andata a fare una passeggiata, e in Piazza Castello ce n'erano altrettante.
Ho fatto di nuovo la borghese, come qualche giorno fa (devo darmi una regolata, sto forse invecchiando? Il prossimo passo è iniziare a leggere il giornale locale dalla pagina dei necrologi, ah no, quello già lo faccio, sono proprio perduta ormai), e ho domandato a due vigili il motivo di tanto spiegamento di forze, e loro mi hanno detto che ci sarebbe stato il corteo dei No Dal Molin.
Io vivo proprio fuori dal mondo, non ne sapevo niente!
Mi piace tanto, camminare al mattino presto, in mezzo ai palazzi illuminati da un fresco sole e a pochi occhi stropicciati.
Sono tornata dalla parrucchiera già bella rilassata.
Mi sono divertita a bisticciare con lei, come facciamo sempre.
La mia parrucchiera è una signora di circa sessant'anni, nonna di una bimba di due.
E' bisbetica, prepotente e anche un po' lunatica.
Ogni volta non può fare a meno di dirmi che i miei capelli sono sottiiiiili sottiiiiili.
E che potrei anche tagliarli corti, già che ci sono.
E però ci sono affezionata, o forse sono solo masochista.
Quando le ho detto quello che volevo farmi è trasalita: "coi capelli che ti ritrovi? Ma sei matta? Poi dopo li pettiniamo e cadono a ciocche!" Viva l'ottimismo!
Insomma, il risultato è questo (ecco, ora a 33 anni suonati mi metto a farmi le foto come le bimbeminkia):

Dopo anni e anni e anni di solo castano, ogni tanto rossiccio, al limite nero, ho voluto provare a schiarirli, ma solo a metà.
Tanto al limite se non mi ci vedo faccio presto a incatramarli di nuovo.
Buon fulvo week-end a tutti!

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