Di Consiglia Grande. Stamattina è partito l’esame del ddl delega sul lavoro, il Jobs Act, in commissione lavoro del senato. Oggi non è stata trattata la questione dell’articolo 18.
Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato e relatore del provvedimento, al termine della seduta, ha affermato: L’esame della delega può essere rapido, il testo può essere consegnato all’Aula attorno a giovedì 18 settembre, ma dobbiamo sciogliere il nodo politico che riguarda la riforma dello Statuto dei lavoratori: ha 44 anni, è giunta l’ora di cambiarlo.
Oggi si sono trasformati in ordini del giorno diversi emendamenti e i lavori si sono fermati in attesa del parere della Commissione Bilancio. Sacconi ha continuato: Se la Bilancio esprime il parere la prossima settimana. credo che giovedì prossimo potremo votare anche gli articoli diversi rispetto a quelli sul rapporto di lavoro. Nella settimana successiva potremo concludere i lavori per poter consegnare il testo all’Aula attorno a giovedì 18 settembre. Mi auguro che per il 18 settembre si possa chiudere, ma ovviamente c’è il nodo politico da sciogliere sulla riforma dello Statuto dei lavoratori.
Nel frattempo le divisioni all’interno della maggioranza diventano sempre più nette. Sono divisi in merito alla questione dell’articolo 4 sul riordino delle forme contrattuali e sulla riscrittura delo Statuto dei Lavoratori, annunciato da Renzi. Il pd sostiene nella figura di Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro alla Camera: La delega lavoro potrà essere approvata rapidamente solo se gli obiettivi da conseguire saranno fortemente selezionati. Non si possono riscrivere tutti e 41 gli articoli dello Statuto.
La maggioranza, oltretutto, è alla ricerca di un accordo con Ncd, Sc, Ppi e Svp , che propongono di cancellare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ai contratti a tempo indeterminato, sostituendo il reintegro in caso di licenziamento illegittimo con il pagamento di un’indennità crescente in base all’anzianità di servizio, lasciando il reintegro solo per i licenziamenti discriminatori. Il Pd invece vuole congelare solo in una fase iniziale l’articolo 18, per poi ripristinarlo, se il lavoratore sarà stabilizzato e l’impresa avrà un forte abbattimento del costo del lavoro.
Si attende una riunione per cercare un comune accordo.