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Delitto a corte (terza e ultima parte)

Creato il 16 febbraio 2012 da Paolo Franchini

Delitto a corte (terza e ultima parte)Di Leila Mascano, in esclusiva per VareseNoir

Trova invece i congiurati, che lo aggrediscono con estrema violenza. Andrea si batte come un leone, è giovane, forte, vigoroso: ma deve soccombere. Lo massacrano, poi lo impiccano, forse ancora vivo,  alla finestra con una corda di seta.

Chi è Giovanna? Una complice dei congiurati di questo delitto assurdo e stupido, che non può sperare di restare impunito, e che somiglia più a uno scoppio d’odio che a un crimine premeditato per la sua rozza violenza?

E’ l’ispiratrice, se non la mandante,  di questo misfatto, che con grande foga proclama, pure se  dormiva a un passo, di non aver sentito nulla? Ma la lotta è stata cruentissima, con grida, rumore di porte che sbattono, di passi che si rincorrono, di colpi, di gemiti, di rantoli…

Chi è Giovanna? Sapeva di portare nel grembo il figlio di Andrea? O, come si dirà più tardi, il figlio è di Luigi di Durazzo? E’ una donna capace di chiudere il suo cuore, di negarsi alla compassione: ma è anche davvero intelligente? Tutto quel che fa  spesso è forsennato e privo di senso, come in questa occasione: fugge  la notte stessa, mentre il povero corpo, precipitato nel giardino sottostante,  viene ricomposto dai monaci del vicino convento.

Il legato papale, giunto nel frattempo per incoronare Andrea, trova un cadavere massacrato.  Sconvolto, gli pone la corona sulla testa prima di ripartire. Quel gesto di pietà, viste le circostanze, ha più l’aspetto di una beffa crudele del destino.

La regina scrisse una lettera ai vari governi proclamandosi innocente. Il papa, in ansia che la corte ungherese  potesse imputargli  qualche responsabilità a causa della sua  resistenza a incoronare il giovane re, pretese luce sui fatti.

Clemente VI scrisse anche a un suo legato che gli ungheresi imputavano alla regina Giovanna il delitto, sospetto che estendevano anche ai due Durazzo, in particolare a Luigi, favorito della regina, che tra parentesi di lì a poco Giovanna avrebbe sposato. Intanto, Giovanna dava alla luce un bambino, d’incerta paternità secondo il re d’Ungheria, che lo prese in consegna, e il bambino guarda caso morì.

Lo sdegno popolare reclamava i colpevoli, che Giovanna tentò invano di salvare. Alcuni scamparono al castigo, come Luigi, certamente implicato nel delitto, e lei stessa dovette molto penare e discolparsi prima di essere assolta, quale vittima di chissà quale maleficio, ( una stregoneria!) per poter continuare a regnare,  seguitando tuttavia col suo comportamento irresponsabile e contraddittorio a dar vita ad uno dei periodi più complicati e caotici che la storia di Napoli ricordi.  

Fine della terza e ultima parte.


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