“Mio fratello non si chiama Borja. Si chiama Pep (o Josep). Il suo cognome non è nemmeno Masdéu-Canals Sàez de Astorga. Tutti e due ci chiamiamo Martìnez, da parte di padre, ed Estevill, da parte di madre.”
Inizia così, come se tutto fosse già chiaro e l’unico particolare incongruente fosse il nome del fratello di chi raconta..
Fulminante.. Io dopo questo incipit non sono più riuscita a smettere di leggere e mi sono bevuta il libro quasi tutto di un fiato, anche se devo ammettere che dopo la metà cala un po..
Senza entrare troppo nel dettaglio, come sempre, possiamo dire che la Trau Consulenze, società con sede a Barcellona gestita da Eduard Martìnez Estevill e Borja Masdéu-Canals Sàez de Astorga, gemelli insospettabili, non è un’agenzia investigativa tradizionale; principalmente si occupa di “cose riservate” relative alle vite private dei componenti dell’alta società barcellonese, quella che non si conosce a sud della Diagonal e che vive di regole proprie non solo sull’eleganza, le relazioni e lo stile di vita, ma anche e soprattutto sui suoi segreti, scandali e pettegolezzi..
«Bah, sciocchezze…! IL buon gusto dipende solo dal portafoglio. Come tutto, è un affare. quando si dice che qualcuno ha buon gusto significa o che è ricco o che cerca di imitare i ricchi», la nostra ospite non voleva abboccare all’amo che le avevamo lanciato.
Non era la prima volta che la conversazione con Mariona Castany toccava questi argomenti. Di tanto in tanto all’amica di mio fratello piaceva dilungarsi sulla sua particolare visione del mondo e pontificare dal suo piedistallo di donna ricchissima. Secondo lei tutto era semplice: il mondo si divideva in ricchi e poveri. I ricchi erano quelli che avevano abbastanza soldi per non rinunciare a nessun capriccio, fosse esso un Van Gogh, una villa sulla Costa Azzurra o un seggio al Parlamento. Gli altri erano i poveri. Per Mariona non c’era alcuna differenza tra quelli che vivevano dentro uno scatolone in una stazione della metropolitana e quelli che lo facevano in un appartamento di sessanta metri quadrati a sud della Diagonal.
Due investigatori molto più che dilattanti alle prese con un’idagine delicata, iniziata con un sospetto tradimento e improvvisamente diventata omicidio.. girano molti soldi, si svelano alcuni segreti e con svogliatezza e totale incompetenza, nei quartieri alti di Barcellona, si procede a tentoni.. quello che davvero merita la lettura però, non è tanto il caso in se, quando la coppia indagatrice.. fatta da due piccolo borghesi irresistibilmente precari, con le loro vite ordinarie raccontate con quella dose di sarcasmo e partecipazione che rende l’avventura un piccolo viaggio dentro un mondo parallelo, ossia quello dell’aristocrazia del denaro. Il tutto con i tempi e i modi tipici della società spagnola, per cui non aspettatevi inseguimenti mozzafiato, mi raccomando.. qui ci si ferma per una birretta al bar, si torna a casa per pranzo e ci si lamenta (giustamente) se si deve lavorare tra Natale e Santo Stefano.. un giallo non proprio convenzionale, ma divertente, in cui anche i guai di famiglia hanno il loro peso e ve ne accorgerete, tra suocere, sorelle, mogli, amanti e bambini vari..
Teresa Solana ci ha convinto, che dire, vedremo come prosegue, visto che questo è il suo primo romanzo (uscito nel 2008) e che nel 2010 ha pubblicato sempre con Sellerio Scorciatoia per il paradiso..
Delitto imperfetto
Teresa Solana
Traduzione: Barbara Bertoni
Sellerio Editore Palermo (2008)
Collana: La memoria
Pagine: 328
ISBN: 8838922918
ISBN-13: 9788838922916