Magazine Diario personale

Dell'amore per la malinconia.

Da Tofina
Avete sedici anni, forse diciassette.
Siete innamorate/i (facciamo "e" che l'immedesimazione, non so perché, mi viene spontanea).
Ovviamente (oh beh, per me era sempre un ovviamente), non siete ricambiate. Non ancora. Cioè, voi ci sperate. Ma anche no, meglio non farsi illusioni.
Lui è quello figo di quinta, quello che sta all'ultimo piano. Voi fate terza, non potete salire all'ultimo piano.
Oppure lui è il vostro migliore amico. Quello che vi chiama a casa tutte le sere, quello che in classe tutti l'hanno capito. Tutti tranne voi. O tranne lui.
Lui potrebbe anche essere il fratello della vostra migliore amica, il vicino di casa, quello della 3°C, quello che va a ragioneria, quello che frequenta il pub (IL, perché ad Aosta ce n'è uno).
Insomma, Lui è Lui.
C'è poco da fare, siete innamorate perse: di un amore profondo, di un amore passeggero, di un amore platonico, di un amore insensato (ma gli avete mai rivolto la parola?), di un amore estivo, di un amore malato, di un amore Amore.
Non importa come, perché, per quanto, per davvero o per gioco. I sintomi sono quelli.
Viso sempre paonazzo, mani sempre sudate, capelli mai a posto. Per non parlare dei jeans che ti stanno di merda e che l'amica con cui giri è sempre più figa di te. (Ma tanto Lui mica si ferma a quello, riuscirà a capire che io sono figa dentro). (No, in genere Lui non lo capisce).
Ogni volta che uscite di casa, anche se andate a prendere la posta e Lui abita a 15 km da voi, pensate: "E se lo vedo? No, davvero, mi sa che sto giro lo vedo. Me lo sento!". Vabbeh.
Ogni volta che uscite di casa e c'è la "possibilità" di vederlo, l'ansia sale. Tra un incontro e l'altro immaginate sguardi, immaginate parole, immaginate di tutto.
Però, quando il momento si avvicina, quando la possibilità sta per concretizzarsi, quando vedete il suo motorino parcheggiato davanti al liceo, vedete i suoi amici, vedete la sua maglietta rossa spiccare nella folla...eccolo che arriva, il pessimismo cosmico.
Perché siete uscite? Tanto vi saluterete e poi ognuno per la sua strada.
Perché vi siete fatte delle illusioni? Tanto anche se passaste del tempo insieme lui non s'innamorerebbe mai di voi.
Perché vi fate del male? Sì, lui vi vuole bene ma non lascerà mai la sua ragazza per voi.
Guardatelo: è così bello, perfetto...perché dovrebbe volere proprio voi?
Serata rovinata. La testa, la pancia, il cuore sono invasi da una strana malinconia, un sapore amaro di rassegnazione, di fallimento, di impotenza. Non poteva che andare così, è inutle accanirsi. No ma, davvero pensavate...? Ma vi rendete conto che idiozia? Le vostre amiche (soprattutto quella molto figa) ve l'avevano detto.
Eppure ogni volta è così.
A sedici anni, forse diciassette, ogni volta cedi alla dolcezza dell'attesa.
Ogni volta ti fai fregare dal calore di quei pomeriggi sognati ad occhi aperti.
C'è poco da fare. Ami la fitta nella pancia, quel rossore sul viso. Ami anche le mani sudate. (I capelli sempre indecenti, quelli no).
A volte ami anche quei dieci metri che ti separano da Lui, prima che la negatività prenda il sopravvento. In quei dieci metri ti senti forte, ti senti invincibile, speranzosa, ottimista, sorridente. Quei dieci metri sono la morte del cigno: basterà il suo "ciao" detto con un tono leggermente diverso da quello che avevi immaginato per farti piombare nel baratro. Basterà vederlo sorridere di fronte ad un sms, per costruire tetri e inespugnabili castelli in aria. E le amiche che ti accarezzano la testa e ti dicono "Ci perde lui, meglio di te non può trovare", le prenderesti tutte a pugni in faccia.
E' capitato anche a voi?
Dell'amore per la malinconia.
A sedici anni, e anche a diciassette, mi è capitato spessissimo.
A ventisette, felicemente innamorata e oramai accasata, il mio Lui è l'autunno.
Un amore folle, incondizionato, immotivato. Non vedo l'ora che arrivi, mi preparo, anche quando vado a prendere la posta.E poi mi ferisce con la sua bellezza, i suoi colori, il tepore delle sue giornate. Mi fa sentire inferiore, non all'altezza. Rimango completamente inerme, rapita dalle ombre lunghe, inebriata dal profumo dell'avvertimento: "Tra poco arriverà l'inverno, non potrò essere tuo per sempre".
Ci sono cascata di nuovo.

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