Dell’eterna questione “Test d’Ingresso”

Due giorni fa era il 2 settembre. Un 2 settembre di test d’ammissione a medicina. Gli Istituti Biologici, la Facoltà di Scienze, il Polo Zanotto soffocavano tanto erano pieni di aspiranti medici. In 1300 per meno di 200 posti, tutti con il loro bravo Alpha Test sotto il braccio e il santino di Esculapio nel portafoglio e, tra quelli, era presente anche la sottoscritta. Vorrei spendere due parole a riguardo, poi si capirà il perché.

Non mi lamenterò, come fanno in molti, delle domande, della loro qualità, della loro utilità. Vorrei solo dire che mi fa ridere tutto il meccanismo, a partire dal nozionismo imbarazzante del test.

La motivazione a passare è forte in molte persone. Il problema, secondo me, è che molte persone sono motivate a passare il test IN SE’, ponendo il superamento dello stesso come obiettivo: non credo che passare il test permetta l’accesso alla rosa dei beati. La motivazione deve essere più profonda.

Per fare il medico ci vuole VOCAZIONE vera, è una cosa che uno si deve sentire dentro per parecchio tempo e che poi dovrebbe essere realizzata, concretizzata attraverso il corso di studi più adatto.

E’ per questo che non approvo minimamente il sistema dei quiz d’ammissione, è vero onesti e imparziali ma assolutamente asettici e impersonali. Io sarei per la selezione dura durante il primo anno come test motivazionale perché la motivazione, perdonatemi, non è proprio una sciocchezza. Il test che fanno ora è proprio una grande incognita e studiare tanto e tutto, su più fronti insomma, non garantisce l’ammissione, non mi piace un mondo universitario in cui uno studente non può seguire la sua vocazione per mancanza di strutture e mancanza di professori. Luoghi inutilizzati ce ne sono e via così sull’onda dell’utopia. Non credo cambierà qualcosa.

Ah, il mio stomaco ha voglia di rivoltarsi qualdo sento frasi del genere: “Sceglierò oncologia perchè gli oncologi guadagnano di più”. Ma questo è un altro discorso che non affronto perchè mi lascia assolutamente schifata e senza parole.