Vorrei parlare in maniera molto breve e semplice dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica. Se ne parla ogni anno, nel periodo che si avvicina alla compilazione della denuncia dei redditi, e c’è puntualmente chi si straccia le vesti per convincerci a non versare questa piccola parte delle nostre imposte dirette alla CEI senza indicarci un’alternativa, solo per convincerci che non c’è nulla al mondo di più blasfemo che dare i nostri soldi ai preti solo per il fatto che si è anticlericali tout court.
Ho detto che voglio essere breve e intendo mantenere l’impegno, evitando di elencare tutte le iniziative sociali e socialmente utili che con questo denaro vengono finanziate e prescindere dal proprio credo e non avventurandomi nel tentativo di convincere il lettore che questi soldi non servono (solo) a pagare la benzina all’elicottero di qualche importante prelato e che, forse, non finiscono nelle casseforti dello Ior.
Voglio invece narrare la mia piccola esperienza che forse i miei concittadini, che mi leggono numerosi, conoscono ma che può essere di spunto per la riflessione di lettori lontani. Ho lottato per anni perché una chiesa della mia città, importante artisticamente, storicamente, affettivamente, venisse salvata dalla rovina e da un probabilissimo crollo dopo nefasti interventi pubblici che sono serviti solo per bruciare denaro pubblico e produrre danni pesantissimi alla struttura.
Si sono battute tutte le strade per reperire i fondi necessari al restauro del tempio, uno splendido esempio di barocco leggero e soave che, una volta recuperato, potrebbe e potrà svolgere una fondamentale funzione culturale e civica pur mantenendo la sua connotazione religiosa. I fondi dello Stato però, pur promessi e sbandierati dalla politica, non sono mai giunti.
Ora la Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo di Montegranaro è circondata dalle impalcature della ditta che ne eseguirà la ristrutturazione. Da dove vengono i soldi? Metà della cifra necessaria arriva dall’otto per mille della Chiesa Cattolica. L’altra metà la tira fuori il parroco tramite un finanziamento bancario.
Amo la mia città, amo le cose belle, amo la cultura, il mio impegno è per tutto questo e perché la gente possa godere appieno del bene che ha. Lo Stato Italiano fa crollare Pompei, fa degradare la Reggia di Caserta, chiude montagne di tesori nei magazzini dei musei, lascia che un ministro affermi che con la cultura non si mangia. Ecco perché io firmo per il mio otto per mille alla Chiesa Cattolica.
Luca Craia