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Alla cassa del supermercato mi accorgo di essere nascosta dietro la schiena del mio fidanzato: sarà che è alto quasi due metri, ma pare che la cassiera non mi abbia propria vista prima di esclamare “Oh, finalmente un bel ragazzo!”.
Io sbuco da dietro le sue spalle, sbatto la busta per aria cercando di aprirla come si deve e senza neanche guardarla (né la busta né la cassiera) mi metto a riempirla con le prime cose che passano nella mia direzione.
La ragazza, imbarazzata, continua a parlare con Franz “Sai, io e le mie amiche neanche possiamo metterci scarpe coi tacchi alti per uscire con i ragazzi, non ce ne son tanti di alti come te...” poi mi guarda, maneggiando un sacchetto di insalata cercando il codice a barre, e afferma puntigliosa “Sei fortunata, non ce ne sono tanti in giro!”.
Io, sorridendo e guardandola dritta negli occhi, riflettendo sul fatto che viviamo nella regione italiana con la più elevata percentuale di persone sopra il metro e ottanta, le rispondo secca e sorridente “Infatti me lo tengo stretto”.
Lei finisce di digitare qualche numero, ci passa dei buoni sconto assieme allo scontrino e ci salutiamo tutti con educazione.
In quasi tre anni di relazione, credo che questo sia stato il mio unico episodio di gelosia. Solitamente tendo a non esternare troppe lagne (riguardanti altre donne) e neanche ad essere eccessivamente possessiva. Credo di essere tormentata soltanto da una gelosia sana, quella che se non ci fosse mi farebbe dubitare del fatto stesso che il nostro rapporto sia una vera storia d’amore e non una convivenza tra due persone che vanno semplicemente d’accordo.
Non sono quel tipo di ragazza che priverebbe il compagno dei suoi svaghi, magari anche negandogli uscite con gli amici per bere qualche birra, e nemmeno una che pretende immense attenzioni o aiuto con attacchi di parlantina alla Woody Allen.
Non ho mai voluto stare con qualcuno per starci attaccata come una cozza allo scoglio, perdendo il mio carattere e diventando con lui quasi un’unica entità.
Per lo stesso motivo non credo che riuscirei mai a vivere i rapporti costantemente convinta di poter trovare qualcosa di meglio: che senso ha rischiare di passare la propria vita in attesa e magari perdersi le fortune che ci passano davanti? Di rischi da correre ce ne sono ben altri per cui vale la pena lottare.
A tal proposito mi viene in mente una vecchia barzelletta su una donna che visita un immaginario negozio di mariti e sale tutti i piani perché su ognuno c’è un cartello che promette un uomo migliore al piano successivo; arrivata all’ultimo troverà un cartello con scritto “Lei è la visitatrice numero 26.256.648 e questo piano esiste solo per dimostrare che le donne sono incontentabili”.
Credo che sia appunto questo l’equilibrio che non rende la gelosia qualcosa di patologico. Forse mi aiuta l’essere vagamente cinica a riguardo: so quanto sono fortunata e ripensando a tutto quello che ho costruito con lui ogni tanto qualche paranoia che tenta di trascinarmi c’è, ma so anche che se proprio volesse tradirmi ci riuscirebbe. Poco da fare o da aggiungere, questa è la mia realistica visione.
Le avventure sono facili, forse è per questo che vanno per la maggiore. Sta a ogni persona capire se vivere di quelle o di qualcosa di più complicato ma di maggior valore.
Quindi, alla fine, a me va benissimo così. Posso dire di fidarmi di lui, e so che per lui è lo stesso.
E poi perché dovrei cambiarlo per uno migliore? Mica è un detersivo.
Non si può decidere chi amare.
P.S. Questo post nasce per festeggiare il compleanno di quello che chiamo scherzosamente, ma con tanto amore, il mio "squinzio".
P.P.S. Sto scrivendo e pensando parecchio in questo periodo, ci tengo a scusarmi per l’assenza. Finalmente sto anche per partire per una settimana di ferie sulla costiera amalfitana… e ce la siamo proprio meritata!
A due anni dalla sua nascita sto portando “Se avessi...” ad una sana conclusione. Sto decidendo quale sarà la sua strada, ma un’idea già ce l’ho. La rotta è stata complessa: le parole stavano diventando così personali, anche per me che di cose private ne parlo, che ero troppo spaventata da quale sarebbe dovuto essere il giusto termine da dare alla storia.
A settembre provvederò a sistemare il design del blog, a rendere scaricabili alcuni stralci e racconti (credo in Pdf ed ePub) e a aggiungere una nuova rubrica settimanale dedicata all’ispirazione.
Restate sintonizzati. :)
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