Caro Babbo Natale,
scrivo a te, che sei l’unica autorità morale che io abbia mai riconosciuto (assieme a Veronica Lario).
Quest’anno per Natale vorrei tanto che tu mi salvassi dai preti e dagli scrittori in disuso che odiano il Natale perché dicono che è diventata una festa commerciale e che non bisogna farsi i regali perché distraggono dai veri significati. Dicono anche che tu non esisti. Dicono, pensa, che tu saresti stato inventato da degli americani che vendono bibite (bibite buonissime, tra l’altro). Caro Babbo Natale, ogni anno la stessa storia. Uno aspetta con trepidazione per 11 mesi e poi, quando la città si riempie di luci e cori di bambini che mangiano panettoni, arrivano loro a voler farci sentire in colpa.
Carlo Maria Martini, però è diverso (forse tu non lo sai, ma è considerato un prete di sinistra). Lui dice oggi sul Corriere delle cose molto argute e condivisibili sul Natale: tipo che è ipocrita invitarsi reciprocamente ad essere tutti più buoni solo per un paio di settimane l’anno.
Caro Babbo Natale, quest’anno oramai è andato. Ma il prossimo, di questo periodo, si potrebbe provare tutti ad essere un po’ più stronzi.