Giovanni Boldini, Donna con gatto
Oggi invecchiare - e dimostrarlo - è diventata una sfida ancora maggiore di quella (illusoria) con cui alcuni cercano il filtro dell'eterna giovinezza. Una illusione fatta di plastica, botulino, silicone e, perché no, tintura per capelli!
Eppure guardatevi intorno, per strada, al cinema, al teatro, più banalmente al supermercato e dite quante donne con i capelli grigi o trionfalmente bianchi riuscite a contare. Probabilmente nessuna; forse pochissime, ma proprio sforzandosi molto. Anzi: sta cominciando, questo ridicolissimo uso, anche tra i maschi. I distinti sognori dalle tempie brizzolate non esistono più, sostituiti da frotte di Gianni Morandi o Al Bani color mogano, Santori biondo stoppa....alla faccia del ricordo vintage del rosso carota di Aldo Biscardi!
Ma c'è comunque qualcuna che arrischia, che prova ad essere diversa e a mantenersi vera, aderente a quello che natura e tempo che passa le riservano. La falsità consumistica del giovanilismo a tutti i costi non trova eco in queste teste che tranquillamente o fieramente accettano i primi, i secondi, i millesimi fili bianchi che tracimano e invadono, facendo impallidire il biondo, sbiadire il rosso o che selvaggiamente spazzano via il nero.
Non c'è rassegnazione, c'è solo consapevolezza.
Può esserci tranquillità di fronte al naturale corso della vita, o fierezza del cammino fatto e di quello ancora da fare. C'è chi porta il grigio che diviene bianco, anno dopo anno, come una sfida; c'è chi se ne dimentica, perfino, occupata in mille cose più importanti, più belle, più grandi.
Figli, amici, lavoro, musica, shopping e torte di cioccolato; giornate al mare, viaggi e musei, sforzi sovraumani per far quadrare il bilancio familiare, supermercati e tazze di caffè; arrabbiature per il parcheggio rubato, pettegolezzi, libri e giornali, montagne di panni da stirare e un profumo francese; gatti, cani, una lettera d'amore, telefonate e internet, cinema e qualche dolore.
Vita, isomma.