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Delle letture da fare e delle letture da non fare...

Creato il 09 settembre 2013 da Loredana Gasparri
Delle letture da fare e delle letture da non fare... Durante questa estate il web è stato attraversato da ondate di discussioni varie a proposito di letture; quelle da fare, da evitare, quelle che danno lustro o, al contrario, causano imbarazzo. Book Riot, un blog letterario anglosassone che mi piace particolarmente, ha proposto un titolo interessante: Top10 Books You’re Embarrassed to Admit You’ve Read. Il risultato si può vedere nel diagramma qui accanto.
Come si può vedere, i titoli di cui ci si vergogna maggiormente riguardano i libri Twilight e la trilogia delle sfumature, e quelli che coinvolgono romance e vampiri. Curiosamente, gli stessi libri compaiono anche in un’altra lista accessoria, sempre compilata da Book Riot, riguardante i libri che si finge di aver letto, per non restare esclusi dalle conversazioni. Book Riot, per sua stessa ammissione, possiede uno staff “ficcanaso”, che ha desiderio di sviscerare il mondo dei libri e dei lettori in tutte le loro sfumature, per cui propone compila statistiche, elenchi, rivolgendosi direttamente agli utenti. Questa serie di articoli, unita alla schiera di sfide all’OK Corral che ogni tanto si scatenano nel web a proposito di cosa è degno di essere letto e cosa no, fa emergere la domanda: e io? Di cosa mi vergogno di aver letto, io? Nulla. Io ho sempre letto tutto quello che mi pareva, quando e perché mi pareva, senza far caso ai commenti altrui: non posso farmi un’opinione, costruirmi un gusto letterario, capire cosa mi piace, se non apro e leggo. E soprattutto se non sperimento le mie reazioni allo scritto dell’autore. Potrei provare vergogna se avessi scelto di fare del male a qualcuno, o se avessi rubato il suddetto libro, ma non è mio costume fare nessuna delle due cose. Io ho letto sia Twilight, sia le Sfumature. Non mi sono piaciuti. Gli spunti erano interessanti, ma per i miei gusti non sono stati sviluppati in modo adeguato, perché si sono fermati all’ottica commerciale e solo alla superficie di alcune tematiche molto ampie e molto contraddittorie di per sé. La superficialità dei personaggi e di alcune situazioni narrative, in entrambe le scrittrici, mi ha procurato anche lunghi momenti di sconforto. Ho letto anche Fabio Volo, che provoca reazioni disgustate in tanti. Forse, l’unico che ancora non riesco a indurmi a leggere è Federico Moccia, perché ho il fortissimo sospetto che i suoi argomenti mi lascerebbero totalmente indifferente. Ci proverò con Saviano, una volta svanita l’idolatria collettiva, così come altri autori difficili, fuori dagli schemi, “facili” da odiare o da mettere alla berlina. Dopo l’incontro-scontro con loro, potrò capire quali corde sono andati a toccare e vedere che reazione hanno suscitato. E se se sarà di disgusto, potrò dirlo per esperienza, e non perché è costume dire così. Tornando all’articolo di Book Riot, se leggo la lista completa dei libri imbarazzanti e/o oggetto di odio da parte di un campione di circa 825 lettori, vedo anche autori che io amo molto come Jane Austen. Oppure libri culto come Il giovane Holden, o Il buio oltre la siepe, o L’amante di Lady Chatterley. Rimango stupita, ma non posso assolutizzare  scandalizzata, dato che anch’io ho le mie bestie nere, come Virginia Woolf o James Joyce. I brani di Ulysses che ho letto all’Università per me sono stati prove ad ostacoli, e persino The Dubliners mi irritava. E non parliamo di Gita al faro, che mi ha stordito d’incomprensione dalla prima all’ultima pagina. Per quanto siano scrittori rivoluzionari, visionari su carta, non risuonano con me perché non riesco ad ascoltarli, almeno non in questo momento. La vergogna spesso è legata al non sentirsi all’altezza di uno standard, deciso da altri, chissà su quali basi: se non si riconoscono quelle basi, crollano anche tutti i sentimenti ad esse legati. 

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