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Una volta ho letto da qualche parte che la vita non ha senso, mentre i racconti devono per forza averne uno. E fin qui non ci piove.
Solo che quando sei piccola e ti appassioni a cartoni animati, poi cresci con i primi romanzi e con qualche film romantico di troppo, ti fai un’idea delle relazioni anche diametralmente opposta a quello che sono in realtà.
In questi giorni, cercando di scrivere un racconto comico che riunisca alcuni cartoni animati Disney, ho riflettuto su quello che dell’amore avevo imparato da piccola da alcuni di essi.
Da La bella addormentata ho imparato che si può dormire parecchio tempo, svegliandosi senza sentirsi affatto rimbambiti; che a salvarti può essere un ragazzo che per te ha superato molti ostacoli, alcuni anche parecchio taglienti.
Da Biancaneve che quando si entra in una casa, dopo essere stata rincorsa e quasi ammazzata, la prima cosa da controllare è che non ci sia polvere sui mobili; che mordere una mela può essere pericoloso, se non sei la tizia degli spot Mentadent.
Da Cenerentola che un paio di scarpe può cambiarti la vita, soprattutto se sono di cristallo e riesci a camminarci fingendo siano comode.
Da La Bella e la Bestia ho capito che le prime impressioni non sono quelle che contano e, soprattutto, ho compreso quell’amore che crescendo - e studiando - avrei riconosciuto come sindrome di Stoccolma.
Da Pocahontas che essere troppo diversi non porta sempre buone cose.
Da La Sirenetta che per amore si può anche voler cambiare se stessi e che, più importante, se hai un corpo che parla non serve lo faccia anche la bocca.
Non credo esistano regole, in effetti. L’amore è qualcosa di talmente inspiegabile e lieve che anche nei Baci Perugina ne hanno fatto un business, regalando frasi scritte da chiunque creda di conoscerlo abbastanza.
Puoi trovare qualcuno che ti salvi da una vita bastarda, che ti chiami principessa e ti faccia sentire tale, qualcuno che ti faccia credere in cose che non credevi possibili.
Ma non tutti si innamorano al primo istante, né tutti gli uomini amano giovani fanciulle che non parlino mai, dalla vita sottile e probabilmente molto più facili da sopportare.
Di questi tempi è più facile trovare ragazze che mettono in piedi imprese proprie che fanciulle da salvare; donne che camminino su scarpe Converse piuttosto che su trampoli che non rispettano nessuna regola fisica (N.d.R. Vedi La principessa e il ranocchio).
Nella realtà le cose non vanno sempre come nelle favole. E va bene così.
Penso che solo nei giorni più comuni si scorga quanto una relazione funzioni o meno, non dal fuggire dalle avversità su un cavallo bianco o verso mete promesse.
Da piccola credevo che sorprese e avventure fossero fondamentali, oggi mi rendo conto che, se ami davvero qualcuno, la quotidianità può essere davvero un’avventura sorprendente. Più di un cartone animato.
P.S. Grazie a Elisa per l’illuminante conversazione. Anche lei, come me, preferisce essere una principessa moderna. :)
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