Dematerializzazione : un opportunità per salvare l’ambiente?

Creato il 03 maggio 2010 da Geolo

GreenNet 2010, la baia di San Francisco ospita anche quest’anno il workshop ideato ed organizzato dal Business Network Gigaom del brillante giornalista statunitense Om Malik.

Mi ha colpito una delle conferenze iniziali, forse anche solo per il titolo:  “L’opportunità rappresentata dalla dematerializzazione”. Ho colto subito qual’erano i termini della discussione : atomi o bits? Avevo sentito parlare di questi studi che, non essendomene mai interessato, mi parevano più legati al mondo delle nanobiologie che a quello produttivo industriale. Almeno non avevo colto l’aspetto sociologico così ad ampio raggio che questo concetto porta con sè. Tra gli speakers era presente Jonathan Koomey, del Lawrence Berkeley Lab e Stanford, considerato uno dei più intelligenti studiosi della dematerializzazione.

Lui la dematerializzazione la definisce in due step “rimozione del bisogno della fisicità del prodotto” ed “energia risparmiata per non dover trasportare quel prodotto”. Non è ancora evidente quale sia la reale portata della dematerializzazione: farà decadere il bisogno di prodotti vecchi? Li sostituirà con alcuni nuovi smaterializzati? O semplicemente cambierà gradualmente i modelli di consumo?

Bè, è indubbio che il processo di dematerializzazione abbia già pronfondamente cambiato la nostre vite. Posso trovare facilmente almeno un esempmio per settore.

La musica. Pensate solo all’I-pod.  A quanto ha influito sull’organizzazione, la produzione e la distribuzione della musica. Si distruibuiscono non so quanti CD in meno, portando effettivamente ad una riduzione di trasporti inutili che avrebbero inquinato per portare ad un consumatore un prodotto fisico di cui si sente sempre meno la necessità. I radiohead hanno distribuito la gran parte del loro ultimo album via web. Quane navi, quanti bilici, quante automobili in meno sono state coinvolte nella distribuzione di quel prodotto?

I libri. Amazon ha lanciato kindle: l’oggetto più venduto sul sito nel 2009. Quanti libri sono stati distribuiti in formato digitale? Amazon ha recentemente dichiarato che la metà dei libri acquistati sul portale sono proprio digitali. Che impatto avrebbe avuto in termini di consumo di risorse fossili, in termini di emissioni di CO2 il dispaccio di tutti questi libri se fossero stati prodotti fisicamente? Quanta alberi si sono risparmiati?

Lo spazio. Una volta lo spazio d’archivio era limitato. Un vincolo di costo, spesso rendeva le memorie troppo limitate. Si doveva scegliere. O archivio questo, o archivio quello. La legge di Moore è intervenuta a rendere anacronistico anche questo vincolo: “Il numero dei transistors che possono essere inseriti a costo zero in un circuito integrato è raddoppiato ogni due anni. ” Lo spazio è infinito, quindi perchè stampare e archiviare carta?

Quindi atomi o bits?


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