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Democrazia e pallottole, un’altra assurda strage in USA

Creato il 06 agosto 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Sette morti in un tempio sikh della periferia di Milwaukee, l’attentatore ucciso dalla polizia. Un’altra strage assurda macchia di sangue le pagine dei quotidiani statunitensi, in una calda giornata d’estate. Il principio è sempre il medesimo: negli Stati Uniti, che dir se ne voglia, è più facile procurarsi un’arma che comprare una buona grappa.

Ed ecco che arriva un assassino, imbardato con più di un’arma secondo le prime ricostruzioni, che semina panico e morte nella pacifica comunità che frequenta il tempio sikh di Oak Creek, frequentato da un gran numero di immigrati indiani di indole pacifica.

Battere la pista dell’odio razziale è il primo ovvio passo che le indagini, ancora avvolte nell’ombra, compiono per dare un nome al feroce attentatore che avrebbe agito in preda all’ira, scaturita dalla rottura di una relazione amorosa.

Le prime ricostruzioni avrebbero addirittura parlato di un team di fuoco, circostanza non confermata e probabilmente causata dall’azione dell’attentatore, che avrebbe colpito diversi obiettivi da diverse posizioni. Sette persone sono state colpite a morte dall’insensata azione di un individuo che, in un paese civile e normale, non avrebbe mai avuto accesso al grilletto di un’arma da fuoco.

Dopo l’assurda strage del Colorado di qualche settimana fa, gli Stati Uniti tornano a pagare un indebito tributo di sangue alla logica del secondo emendamento di una costituzione che i più ascrivono alla democrazia più all’avanguardia del mondo.

Democrazia e pallottole, un’altra assurda strage in USA

un sopravvissuto alla strage

James Holmes prima, un oscuro vendicatore in preda a chissà quale logica adesso. La vicenda questa volta viene però vissuta come un gesto di terrorismo interno, ed in questa ottica stanno indagando le forze dell’ordine, coadiuvate dall’FBI.

Si ripropongono, ancora fortissime e sempre attuali, le problematiche relative al possesso di armi, troppo facile da ottenere senza particolari controlli e formalità, punta dell’iceberg di un grosso problema culturale che mostra la cultura stars and stripes per quello che è realmente, un insieme di logiche discriminatorie che basano il valore dell’uomo sull’effettivo potere economico che è in grado di esprimere.


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