Democrazia express: il caso Grecia.

Creato il 30 giugno 2015 da Lostilelibero

Cose pese...


Nella ricerca di un potere giusto per la sua kallipolis, Platone critica sia il sistema di potere democratico, sia quello oligarchico. La democrazia, diceva ne La Repubblica, si riferisce ad un governo d’incompetenti e inabili, di masse intellettualmente minorenni che avrebbero bisogno di una guida che dica loro cosa fare per sgravarle così da tutte quelle responsabilità che non vogliono assumere individualmente. Più che una critica tout court, l’immagine disegnata da Platone in tempi non sospetti sembra invece una profezia. Il cittadino, quello formatosi alla scuola del guazzabuglio plebeo, delega perché non se la sente di possedere potere (nemmeno quello alla proprietà su sé stesso – della serie: ti voto, adesso crucciati tu, io non ho tempo per pensare alla risoluzione dei problemi, meglio se “concreti”, ché debbo de-vertirmi – Da ogni potere deriva infatti anche una responsabilità, per dirla col "democratico" Spiderman). A quel cittadino servono quindi pastori, meglio se zelanti, condottieri (conductor-dux/ducis) e non rappresentanti!
Vedremo, a stretto giro di orologio, se proprio il popolo greco smentirà la pessimistica visione sul molliccio individuo democratico contemporaneo... Dopo aver negoziato coi vertici dell’Eurogruppo/BCE/FMI e coi creditori “con le spalle al muro e in condizioni di asfissia”, il Presidente Tsipras ha indetto, col beneplacito del Parlamento, un referendum sulle misure da prendere verso i creditori internazionali (si tratta, in definitiva, di scegliere sul fallimento o meno dell’Ellade e sulla sua eventuale uscita dall’Euro… chissà se qualcuno spiegherà al popolo greco che la Germania è fallita tre volte, anche per ovvi motivi, nel corso del novecento?). Sarà quindi anche vero, come ostenta qualche ultras sine-ideo-lobo, che il referendum serve anzitutto a Tsipras per lavarsene le mani, ed addossare così le responsabilità di una scelta potenzialmente scellerata al popolo. Ma, in fin dei conti, chi ha voluto la democrazia, almeno idealmente, non si è battuto proprio per contare qualcosa ed avere infine una responsabilità? (la domanda è retorica,  ma facciamo finta che sia andata davvero così). O preferiamo invece, come una certa impostazione dem. d’ispirazione anglo-americana sembra consigliare, delegare ogni cosa ad un potere trascendente per continuare a fare i cittadini paraculi? Decideranno i greci di che morte morire. Se ascoltare Junker, Dijsselbloem, Lagarde, e il loro codazzo di pappagalli “economostristi”, o se seguire invece il nuovo virgulto delle Termopili. Almeno per una volta, spiace davvero tanto per l’oculatezza dell’investimento creditizio, decida in libertà lo stesso elettorato che ha accordato fiducia ai Papandreou, alle Alba Dorada e anche agli Tsipras. In fondo, dovrebbe chiamarsi democrazia anche la responsabilità di voler scegliere tra un fallimento traumatico e una dolce schiavitù… 

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