No, non credo nella democrazia perché si traduce semplicemente nel dominio della maggioranza, che non è affatto condotta verso il miglioramento delle condizioni di vita. Lo Stato non è altro che la banda di ladri più forte delle altre: questa la sua origine (Sant'Agostino). La politica che usa il potere e si autolegittima conquistando con i massmedia il consenso, intimorendo le masse, è vandalica, violenta, anche se garantisce un'apparente e confortevole, falsa libertà. Il vandalismo della legge Sblocca Italia parta da solo, come quello dell'abrogato lodo Alfano e dei morti di lavoro (dato artificialmente abbassato). Non merita rispetto questa politica né questo Stato che picchia operai e assolve il magnate dell'Eternit col trucco della prescrizione. Difendere le istituzioni di uno Stato mafioso e stragista mi fa paura. Io provo orrore. Questo è un mondo fatto di finte libertà, di economia fasulla, di lavoro senza dignità, umiliato e calpestato. La democrazia permette che infinite ingiustizie si compiano nella piena legalità. La democrazia è un metodo incivile e infame di affermare la forza della maggioranza. Nello stato democratico, i capitali impongono indisturbati la loro legge: i parlamenti legiferano per sostenere gli interessi dei capitali, impongono leggi che sconvolgono quel che resta della civiltà, ci portano a sostenere guerre distruttive. La democrazia è violenza, retorica, falsità.
Perché allora pensarsi come massa, come maggioranza preordinata a inserirsi nelle istituzioni confezionate per facilitare l'assoluta libertà dei grandi capitali? Meglio sentirsi quello che si è: cellule, individui, atomi, batteri o virus che penetrano o giacciono in un organismo ostile e lo combattono, creando quello che possono, nuovi sentieri, organizzazioni portatrici di una vita diversa. Atomi imprevedibili, che si muovono im modo incomprensibile per la burocrazia tecnologica e parlano un'altro linguaggio. Un sistema, un irganismo può essere messo in crisi forse più da un batterio, da una malattia, un virus, che da un partito o un esercito.
