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Denaro, sterco del Gemonio

Creato il 05 aprile 2012 da Tnepd
Denaro, sterco del Gemonio

Nessuna meraviglia. La parola chiave era, ed è sempre stata, spartizione. Lo sosteneva il Miglio verde e si era capito ormai da un pezzo che il masterplan di questi figuri lombrosiani era proprio quello.
Il Nord ai cornutazzi della Lega e alla Famiglia Addams di Gemonio, il Sud alle Famiglie. Il patto. Due terre di nessuno al di fuori della legalità, la vietnamizzazione Nord-Sud dell’Italia, dove entrambi, legaioli e mafiosi, avrebbero fatto i loro affari in santa pace, lasciando il popolo bue nordista a farsi infinocchiare dalle bubbole sull’espressione geografica Padania  - ora, ad honorem, ribattezzata Ladronia – e dalle vomitate razziste contro negri e terroni.
Indipendenza, padroni a casa nostra, secessione, ce l’abbiamo duro, ripetevano in coro i simpatizzanti, gli unici cornuti al mondo a mettersi spontaneamente le corna in testa ostentandole pure, ascoltando i leader sbraitare dal palco di Pontida. Quelli intascavano i soldi e, contrariamente ai piani stabiliti dagli ideologi verdi, le Famiglie, invece di rimanere in Terronia a coltivare fichi d’India, si allargavano sempre di più al Nord, comperando amministrazioni, aggiudicandosi appalti ed infiltrandosi nel territorio. Tanto che i presunti intrallazzi con le ‘ndrine possono adesso meravigliare solo l’ultimo degli ingenui.
Mi sembra giusto che finisca così. Gli sta bene come un vestito a festa, agli italiani. Soprattutto agli ultrapirla del Nord che se la sono fatta fare sotto il naso dal Cerchio Magico dove il più furbo, alla fine, è proprio il Trota. Eh si, sta a vedere che il Trota è un genio, un Kaiser Soze che ha fatto credere a tutti di essere un povero imbecille. Lo ha fatto credere soprattutto a suo padre.

Ogni tanto capita di scoprirsi qualche perversione insospettata, di sentirsi accendere qualche diavolo in me. In questi giorni il sadismo, quello buono del Divino Marchese, può venir fuori in tutto il suo splendore ascoltando su Radio Padania – compito che però lascio volentieri all’eroico Daniele Sensi - i commenti dei delusi, confusi ed infelici padani, rimasti improvvisamente a corto di miti. Con il Dio Po che rischia di diventare solo l’inizio di un bestemmia che si strozza in gola. E’ vero che molti resistono ancora come giapponesi nella giungla a difendere l’Imperatore di Gemonio, dando la colpa di tutto ai terroni che lo circondano (moglie, badante, tesoriere) ma durerà poco. Con i giornali di B. che paragonano la casa di Bossi a quella di Fini dovrebbero capire che ormai sono già partite le teste di cavallo.
Ciò che, possiamo scommetterci, non faranno i medesimi giornali centrodestri è ricordarsi delle tante voci sui soldi arrivati fin dagli anni novanta dal “mafioso di Arcore” affinché i verdi legaioli la smettessero di chiamarlo “mafioso di Arcore”  sulla “Padania” e fare, di conseguenza, due più due uguale quattro.
Ormai ci arriverebbe anche un bimbetto di tre anni. Leghisti tacitati negli anni a suon di dané, alleati legati a filo doppio ad imprenditori milanesi ma con amicizie siculissime, incaricati entrambi di mettere a segno il piano di spartizione e spoliazione dell’Italia.
Quando qualcuno minaccia di rompere le antiche alleanze – la Lega voleva ballare da sola alle prossime elezioni, vero? - qualcun’altro ricorda che i patti si rispettano.  Il cerchio magico si chiude. Il Nord ormai metastatizzato dalle mafie ringrazia. Denaro, sterco del Gemonio

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