Può succedere che alcuni denti non erompano in arcata? Quali sono le cause?
L’inclusione dentaria è una patologia che determina la persistenza di uno o più elementi dentari all’interno dei mascellari superiori o inferiori, oltre la normale età di eruzione. Si tratta di un’anomalia che colpisce maggiormente il sesso femminile e riguarda più frequentemente i denti del giudizio, in secondo luogo i canini, quindi gli incisivi e i premolari.
E’ possibile diagnosticare l’inclusione dentaria attraverso una visita adeguata associata ad un’approfondita indagine radiologica, la quale prevede radiografie endoorali, ortopantomografie e Tac Dentascan. Quest’ultima consiste in un esame radiologico tridimensionale idoneo ad evidenziare non soltanto gli elementi dentari inclusi, ma anche la loro posizione e inclinazione, nonché i rapporti con le radici degli altri denti, potenzialmente soggette a riassorbimento osseo.In alcuni casi, l’inclusione dentaria può essere individuata precocemente, a fronte della persistenza del dente da latte oltre l’età corretta, o alla mancanza di eruzione dopo la perdita del dente da latte.
Più frequente tuttavia è l’inclusione di uno o più denti del giudizio o terzi molari, diagnosticabile solo in età adulta: in questi casi può essere consigliabile l’estrazione degli elementi inclusi, poiché in grado di predisporre a carie, infiammazioni gengivali, tasche parodontali o cisti pericoronariche, e di danneggiare eventualmente le radici dei settimi o secondi molari. L’estrazione può risultare necessaria anche per eventuali esigenze protesiche che coinvolgono i secondi molari.
L’estrazione dei denti del giudizio con radici non ancora o soltanto parzialmente sviluppate, è attuabile invece già nei piccoli pazienti, in funzione di specifici piani di trattamento ortodontico: un intervento che risulta spesso più semplice e tollerabile rispetto all’estrazione nel paziente adulto, a sviluppo dentario completato.
Diverso è il caso di canini, incisivi o premolari inclusi: la loro importanza funzionale ed estetica per la nostra occlusione, rende il loro recupero in arcata estremamente importante. Fondamentale in questa circostanza, è un’osservazione precoce del giovane paziente: talvolta una buona terapia ortodontica intercettiva, eseguita in età corretta e a crescita scheletrica non ancora ultimata, può evitare l’inclusione o permettere il recupero dell’elemento dentario.
Il completamento della crescita ossea del paziente può comportare un’eccessiva carenza di spazio e il rischio di anchilosi del dente incluso: sebbene in alcuni casi si possa attuare con successo un trattamento ortodontico anche in età matura, la diagnosi precoce rappresenta la risorsa più efficace per la soluzione al problema dell’inclusione dentaria.
Oltre alle generiche ragioni evolutive, che inducono nell’uomo una progressiva riduzione delle dimensioni dei mascellari e dello spazio a disposizione per l’eruzione dentaria in arcata, molteplici sono le cause che determinano le inclusioni:
- persistenza dei denti decidui (da latte)
- anomala posizione del dente
- alterazioni dell’occlusione con conseguente mancanza di spazio in arcata
- trauma a carico dei denti da latte o trauma osseo
- malformazione di mascellari, radici, corone dentarie
- presenza di cisti
- denti soprannumerari (presenza di elementi dentari in più rispetto alla norma)
- alcune patologie ormonali
- patologie della famiglia delle atassie