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Dentro la biblioteca privata del dottor Nicola Avellino: verso l´anima dei libri! (tour fotografico)

Creato il 22 settembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

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Giovedì 18 settembre la nostra inviata Lina D´Alessandro ha incontrato il dottor Nicola Avellino, medico umanista di Pompei, che ci ha permesso di visitare e fotografare la sua biblioteca personale, una delle più belle biblioteche private del nostro Paese rispondendo anche alle nostre domande e curiosità. Questo articolo è la trascrizione di questa chiacchierata e vuole essere anche l´occasione per riflettere su come i libri debbano far parte del nostro patrimonio. Grazie a uomini come il dottor Avellino l´amore per i libri può espandersi, crescere, ed essere non solo una testimonianza ma anche un esempio, una guida per educare noi e le nuove generazioni. Lasciamoci trasportare da questo amore.

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Nicola Avellino, originario di Seiano (Vico Equense), a 18 anni si è trasferito a Pompei, dove ha esercitato la professione di medico per oltre 50 anni. Sposato, è padre di sei figli. Ha ottanta anni, dedicati alla famiglia, alla professione e ai libri. Possiede una biblioteca privata tra le più importanti dell’Italia Meridionale: circa 30 mila libri, molti dei quali rarissimi. Naturalmente alcuni incunaboli preziosi.

“Non ne ho ricevuto nessuno in eredità. La passione per i libri si è manifestata fin da ragazzo, verso i quindici-sedici anni, quando invece di comprare pantaloni o di andare a fare il bagno, con i pochi soldi a disposizione, andavo in libreria. A scuola studiavamo Plauto, autore che da subito mi interessò. Andai in libreria e comprai un’edizione con il testo latino a fronte….Così è iniziata la mia biblioteca… Ho cominciato a raccoglierli e sono diventati una droga. Uno tira l’altro. Mi sono costati sacrifici: i librai che mi conoscevano, mi apprezzavano e nutrivano per me una grande simpatia, mi facevano credito sapendo che nel momento in cui non fossi riuscito a pagarli, li avrei riportati in libreria con grande dispiacere non solo mio ma anche loro. Ricordo con affetto Vincenzo Berisio, libraio napoletano molto apprezzato e conosciuto che mi mandò fino a casa tutta l’opera del Venturi, volumi di Storia dell’Arte che io non potendo pagare, restituii. Si dispiacque moltissimo.”

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Quali sono stati i primi libri o le prime raccolte?

“I libri di storia dell’arte, letteratura greca e latina. I classici. Bibliografia. E poi testi riguardanti la storia del Regno di Napoli e il Sud. Sono diventati subito tanti. Durante il primo ed unico trasloco ho dovuto utilizzare, solo per i libri, trecento cassette grandi di plastica, di quelle per capirci che si utilizzano per il trasporto della frutta sui tir.

Attualmente, come vedi, occupano 170 metri di pareti. Li ho messi in ordine avendo come criterio l’argomento; manca lo schedario e questo mi dà grande avvilimento. Non ho pensato all’inizio di redigerlo, ho avuto difficoltà perché scrivo a macchina utilizzando un solo dito, e quindi ho trascurato questo aspetto che purtroppo è difficile colmare. Io so dove cercare quello che mi serve. Se uno dei miei figli prende un volume e se lo porta in camera per consultarlo, deve lasciare una scheda per avvisarmi che ha preso quel volume: questo perché, accorgendomi subito della mancanza, incomincerei a cercarlo pensando di averlo spostato. Li spolvero, li smuovo, li sfoglio e ho tutto sotto controllo”.

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Questa passione ti ha creato dei problemi sicuramente: possedere tanti libri non è stato economicamente e materialmente facile! Che ne dici?

“Certo! L’occupazione dello spazio, innanzitutto! Il primo piano della mia casa è occupato dai libri. A piano terra altre due stanze sono ricolme di libri, meno preziosi di quelli che stai vedendo, ma pur sempre di pregio. Come vedi le librerie sono rigorosamente in ferro rivestito: il legno con il tempo danneggia i libri! Scaffali di ferro, dunque, e una sola fila di libri: diceva Gino Doria, un grande napoletano, “ un libro, invece di metterlo in seconda fila, regalalo!”…E poi lasciarli. Non si lasciano, neanche per andare in vacanza! Ho comunque tre cani che fanno buona guardia. Non farebbero entrare nessuno! E ….tanti sacrifici, certo anche economici!

Dei dizionari di latino e di greco, non manca nessuno: tutti gli autori e tutte le edizioni. Inoltre dizionari d’inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, brasiliano. Completa è la raccolta dei volumi sul Vesuvio. L’archivio storico delle province napoletane è completo. Come anche la collezione di leggi del Regno di Napoli (attuale Gazzetta Ufficiale). Tutto ciò che è stato pubblicato sulla Storia del Regno di Napoli. Dello Statuto di San Leucio, ne ho cinque edizioni: anche la prima, molto rara, del 1789, e quella di Pitturelli, anch’essa di grande pregio e rarità. Nutrita è la raccolta sulla Storia della chiesa, la Storia della Canzone napoletana…… e la storia di Piedigrotta. Il pregio di questa biblioteca non consiste solo nella preziosità e rarità dei testi, ma nel fatto che in essi si trova la risposta ad ogni domanda, i libri ci aiutano a fugare molti dubbi….”.

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A chi consenti di sfogliare e consultare i volumi?

“Davanti a me, alla mia presenza, li hanno consultati, per tesi di laurea, studenti universitari. Chi me lo chiede può usufruirne…ma non sono in molti, purtroppo!”.

E gli enti ti hanno, in tutti questi anni, dato una mano, in qualche modo ti sono stati vicini?

“Assolutamente no! Hanno solo preso da me. Alla fine degli anni novanta, ho scritto due volumi sul Campanile di Pompei e la storia della città: non solo i viaggi a Bologna per la documentazione, ma anche la stampa è stata a mie spese….”.

Chi erediterà questo patrimonio?

“Certo non si può e non si deve smembrare…Ho pensato ad una fondazione di cui si occuperanno tutti e sei i miei figli.”

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E i ragazzi di oggi, possono amare la lettura e i libri? Come pensi si potrebbe valorizzare l’amore per i libri nei giovani?

“C’è la possibilità. Dovrebbero poter accedere ai libri, maneggiarli, sentirne il peso, il profumo… fin da piccoli essere abituati al contatto diretto col libro…. La scuola, gli insegnanti potrebbero “ irretirli”, far emergere il fascino dei libri … pungere la loro curiosità. Come? Quando si raccontano le fiabe, le favole, fin da piccolissimi, l’insegnante, che ha un forte ascendente sui bambini, dovrebbe portare gli alunni nelle biblioteche a toccare, guardare e maneggiare i libri riguardanti la favola o la fiaba che hanno studiato, confrontare le illustrazioni dei personaggi, selezionare quelle più belle e attraenti, votarle e proclamare la raffigurazione che è piaciuta di più…Si potrebbe fare con Cappuccetto Rosso, Pollicino, La bella Addormentata, Cenerentola…. Sarebbe un percorso che potrebbe durare un anno o più e solo successivamente confrontare anche le immagini dei libri con quelle dei DVD…Fare la differenza tra una fiaba letta nel libro e quella vista con DVD. E così anche con i racconti, e poi da grandi con i romanzi. Non mi sembra che durante gli anni dei licei gli alunni vengano portati nelle biblioteche più vicine e più fornite a consultare edizioni passate o antiche dei romanzi o di autori che stanno studiando. Certo, non tutti si appassionerebbero, ma già se lo fa qualcuno è una vittoria.

Il più antico testo della sua biblioteca. Risale alla fine del 400 ed è un incunabolo.

Il più antico testo della sua biblioteca. Risale alla fine del 400 ed è un incunabolo.

Testi San Leucio prima edizione 1789.

Testi San Leucio prima edizione 1789.

Edizione 1826 dell'architetto Patturelli

Edizione 1826 dell’architetto Patturelli

Il fascino della lettura è che da un argomento passi, senza neanche accorgertene, a un altro con grande facilità. E’ come camminare in una piazza e, senza volerlo, trovarsi a esplorare le stradine adiacenti, i vicoli un po’ più distanti e man mano perdersi in strade diverse da quelle intraprese all’inizio del cammino, che però con facilità si ritrovano”.

Si potrebbero recuperare i libri mandati al macero? Chi li manda?

“La legge obbliga a inviare, quando pubblichi un libro, alcune copie in Prefettura. Anche copie delle Riviste che si danno alle stampe, devono essere inviate alla Biblioteca Nazionale di Firenze. Molti libri dopo anni finiscono al macero. Potrebbero essere distribuiti nelle scuole, nelle biblioteche dei paesi e delle città; sarebbe utile ma manca il personale. I libri hanno bisogno di cura, di essere catalogati, sfogliati, areati: ogni mattina entro in questa biblioteca, apro le finestre e faccio entrare l’aria. Ma poi l’amore per i libri, come ho detto, deve nascere ed essere alimentato dal contatto con l’oggetto libro, dalla curiosità che suscita in chi vi si accosta e se non c’è un “accompagnatore”, l’amore, l’interesse per i libri non nasce. Mancano le guide”.

Lina D´Alessandro



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