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"Dentro la notte" di Donna Lea Simpson

Creato il 01 giugno 2011 da Junerossblog
Sottotitolo: "Provaci ancora, Marge!"

Direttamente dalla scrivania di Lucilla.
Nonostante la prima prova con quest'autrice, degna della celebre frase di Fantozzi al cineforum (ricordate "La corazzata Potemkin"?) decisi a suo tempo di concederle un'altra possibilità per permetterle di redimersi.
Ed eccola, la seconda puntata della trilogia dedicata ai lupi mannari più sexy dopo Braccobaldo Bau.
La vicenda prende le mosse dove si interrompe il primo libro: fra matrimoni e mortammazzati, il castello dei Von Wolfram è rimasto alquanto spopolato; questa volta la protagonista è la bella Melisande, giovane profuga francese in fuga dal Terrore, ospitata al castello non si sa bene perchè: è vero che l'ospitalità è sacra, ma questa qui occupa il castello da ben due anni, traviando la vecchia matriarca di famiglia! Si vede che in Germania, dove la storia è ambientata, non usa dire che l'ospite è come il pesce e dopo due giorni puzza!
Orbene, la bella Melisande da un pò di tempo sogna i lupi mannari, che puntualmente si presentano al castello nelle sembianze umane di due russi: uno dei due, Kazimir (ma che razza di nome è?), è bello, fascinoso e maschio , con una stuzzicante cicatrice in mezzo alla faccia. Lì mi sono freagata le mani e mi son detta:-"Oh, finalmente! Qui non si mena il can (o il lupo) per l'aia e si va subito al sodo! Allora è meglio del primo libro!"-
Continuando la lettura, però, mi sono cascate le braccia: l'autrice ha cominciato a farneticare di amuleti, calici maledetti ed altre amenità che francamente sono difficili da capire; in più, la vicenda ha cominciato a virare dal noir allla tonalità telenovela, introducendo fratelli creduti morti che improvvisamente risorgono (che novità, l'aveva già fatto Bobby di "Dallas"!) e che sono tanto, ma tanto cattiiiiviiii!
I lupi mannari intanto continuano ad apparire solo sporadicamente, giusto un giretto per alzare la zampa contro gli alberi della foresta e portare le pulci a prendere una boccata d'aria.
La storia continua a girare a vuoto intorno a una leggenda secondo cui due particolari talismani avrebbero il potere di trasformare un uomo in un arcilicantropo; chi credete che li abbia, i due oggettini? No, non io, ma Melisande! ("Oooohhhh", sorpresa!).
Il libro è inoltre infarcito dei luoghi comuni più vieti dei peggiori fumettoni del genere: lui che è costretto a far sesso con la protagonista, ma solo per salvarle la vita, eh, non pensiamo male, oppure lei che improvvisamente tira fuori dei poteri magici degni degli X-man, sulla cui natura non ci viene offerta nessuna spiegazione, ovviamente.
Confesso che in certi punti non riuscivo raccapezzarmi, fra amuleti, talismani, leggende e morti redivivi: alla fine, con supremo sprezzo del ridicolo, l'autrice ha riunito ben tre figlie dello stesso padre, di cui due illegittime, nella stessa pagina! Cavolo, non mi risultava che i tedeschi fossero dei tali instancabili amatori!
Ho accolto con sollievo l'apoteosi finale, con lotta epica fra i pittbull.... Cioè, tra lupi buoni e quelli cattivi: indovinate chi vince? Un contributo fondamentale viene dato dalla solita Melisande, con i suoi poteri di cui non ho capito un tubo.
Misericordiosamente, ci vengono risparmiati in questo libro amplessi al dopobarba, che tanto mi avevano (sfavorevolmente) coplito nel primo, ma per il resto c'è poco da salvare: la protagonista, presentataci come donna forte, saggia, tanto forte e saggia che l'autrice lo ripete ad ogni piè sospinto, ha la consistenza fisica e morale di un budino lasciato fuori dal frigo. Mentre lui, Kazimir, la vuole, la brama, la ama, oh, quanto la ama, però, al solito, non è degno di lei ( e chi sarà mai questa, lady Godiva?).
E poi, diciamocelo francamente, quanto è brutto il nome Kazimir? No, dico, Casimiro! Queste son cose che necessitano di ore di ponderazione! Un'altra avrebbe scelto un banale Boris, oppure Dimitri, lei no, Casimiro! Il lupo più figo della Taiga!
La scena finale, con lacrimevole commiato fra Melisande e un innamorato deluso, perchè lei va via con Kazimir (Oddio!!!!) è stata la mazzata definitiva: la chiusa ideale per una telenovela che farebbe un figurone nella filmografia dei peggiori attori messicani.
Sconfortata, non mi è rimasto altro che abbracciare piangendo il barboncino di un'amica, supplicandolo: -"Almeno tu, non mi deludere!"- Forse andrebbe meglio con i gatti mannari?
Ecco, Ross, qualora non si fosse capito, il libro è un disastro ; ovviamente si tratta di un parere personale, ma se tanto mi dà tanto, ho quasi paura di leggere il terzo libro. E' uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo!
Lucilla

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