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Denver Nuggets: Gallinari e Mudiay sono le speranze per una buona stagione

Creato il 15 ottobre 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

Due stagioni disastrose alle spalle, un nuovo coach, pochi elementi di qualità nel roster, la Conference più difficile: Denver parte dalle retrovie ai nastri di partenza della ormai prossima stagione 2015/2016 NBA, e poche sono le speranze che la tendenza si possa invertire.

Il GM Tim Donnelly, però, non si può certo accusare di scarso decisionismo dato che ha fatto fuori, senza particolari rimostranze, Ty Lawson, fulcro dell’attacco Nuggets, ma tipo poco raccomandabile sia dentro che soprattutto fuori dal campo, a causa dei numerosi problemi con la legge in cui è stato coinvolto. Operazione dal doppio volto quella di Lawson, spedito a Houston per formare una coppia esplosiva con James Harden: da una parte c’è la sicurezza di aver eliminato una mina vagante all’interno del roster e di aver rinforzato la compattezza dello spogliatoio; dall’altro c’è l’amara evidenza di aver dato via un elemento di indiscutibile qualità e averci guadagnato poco o nulla. Dallo scambio, Denver, ha infatti ottenuto ma successivamente tagliato Pablo Prigioni e Kostas Papanikolau, una futura prima scelta protetta al draft, e due garbage players come Joey Dorsey e Nick Johnson; dimostrazione che l’obiettivo principale di Tim Donnelly era di liberarsi, senza se e senza ma, dell’eccentricità e sregolatezza del play di riferimento.

La speranza

Su tale scelta ha influito, e non poco, la fortunata acquisizione di Emmanuel Mudiay, giovane playmaker di grande qualità proveniente dai Guangdong Southern Tigers, settima scelta al draft (ma previsto molto più in alto all’inizio), sulla cui esplosione i Nuggets poggiano molte delle loro speranze per la crescita del nuovo progetto. Il congolese di nazionalità statunitense ha già impressionato gli esperti nella Summer League e nella pre-Season e grandi sono le aspettative che ricadono sulle sue spalle.
Su di lui si è espresso in chiave molto positiva il nuovo coach, Mike Malone, vecchia conoscenza NBA per i suoi trascorsi da vice ai New York Knicks e Golden State Warriors e per un’infelice esperienza da Head Coach in quel di Sacramento. Il coach che andrà a sostituire Brian Shaw sul pino di Denver sembra essere l’uomo ideale per la franchigia del Colorado: esperto, ambizioso, con tanta voglia di ripartire dopo l’esperienza maturata alle dipendenze di Don Chaney, Mike Brown e Mark Jackson. Portare la squadra ai playoff sarebbe un miracolo, risollevarla dall’anonimia degli anni precedenti è l’obbligo a cui è chiamato il nuovo allenatore.

Il leader

Tuttavia le sorti dei Denver Nuggets dovranno passare, in gran parte, dalle mani vellutate di Danilo Gallinari, desideroso di scrollarsi quanto prima l’etichetta di “bravo ma sempre infortunato” e trascinare la franchigia come ha fatto con l’Italia all’ultimo Eurobasket appena concluso. Il Gallo, infatti, ha disputato un Europeo da assoluto fenomeno riuscendo a portare l’Italia fino ai quarti di finale, grazie a una media di 18 punti a partita e tirando con il 57% dal campo, e solo l’onnipotenza cestistica di Pau Gasol gli ha impedito di portarsi a casa il titolo di MVP del torneo continentale. Proprietà e dirigenza puntano molto sulla definitiva consacrazione dell’ala piccola azzurra e ciò lo dimostra il prolungamento del contratto per ulteriori 2 anni a 34 milioni di dollari.

Il reparto lunghi

Il frontcourt titolare dovrebbe essere poi completato dal 21enne bosniaco Jusuf Nurkic, autentica rivelazione lo scorso anno con 7 punti e 6 rimbalzi di media a partita, e da Kenneth Faried. Se dal Gallo ci si aspetteranno punti facili e giocate da fuoriclasse, l’equilibrio difensivo dovrà passare, senza ombra di dubbio, dalle prestazioni convincenti dell’ex prodotto del campionato ABA e di The Manimal, chiamato anche lui ad una stagione in netta crescita rispetto alla scorsa.
Il reparto lunghi è stato poi rinforzato dal prolungamento quadriennale a 46 milioni di dollari di Wilson Chandler, e dall’acquisizione delle prestazioni del giovane serbo Nikola Jokic, fresco MVP del campionato ABA. Se le qualità dell’ex ala grande dei New York Knicks non si discutono, grandi, invece, sono le aspettative che dirigenza e tifoseria ripongono nel lungo serbo, draftato alla 41 nel draft 2014 ma lasciato maturare un altro anno al Mega Vizura. La presenza di entrambi assicura maggiore imprevedibilità offensiva e più profondità alle rotazioni di Coach Malone.

Il reparto guardie

Il quintetto base dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere completato dal giovane rampante Will Barton, arrivato a febbraio da Portland nell’affare Afflalo, che proprio in Colorado ha espresso ottime prestazioni totalizzando una media di 11 punti e 4.6 assist a partita. Barton, in scadenza lo scorso giugno, ha rinnovato per 3 anni a 11 milioni e potrà comporre un reparto guardie giovane e frizzante con Mudiay. A fare da chiocce al backcourt titolare ci saranno Randy Foye, che proprio con l’ex Portland si contenderà il ruolo di shooting guard e Jameer Nelson, playmaker arrivato anch’egli durante la deadline di febbraio, e con un contratto rinnovato per 3 anni a 13.5 milioni.

L’obiettivo

I playoff sembrano essere più di un miraggio, il resto della concorrenza è spietato: il Pepsi Center chiede a Gallinari&co. di tornare a divertirsi e far divertire, ma soprattutto di evitare l’umiliante ruolo di vittima sacrificale della Western Conference. Invertire la rotta rispetto alla gestione Shaw sarà il mantra, cercando di tornare a giocare un basket più veloce, in cui ai giocatori viene chiesto di pensare ed eseguire poco, ma di attaccare subito e velocemente.

Buona fortuna Gallo, noi dall’Italia faremo il tifo per te!

 

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