DEPORTIVO-VALENCIA 3-0. Al Riazor di La Coruna si materializza la grande sorpresa dell’ottava giornata di Liga: il Valencia, secondo in classifica e ancora imbattuto, crolla contro il Deportivo, ultimo e con l’allenatore a serio rischio esonero. Finisce 3-0 una partita che i galiziani hanno affrontato come una finale, con furore agonistico che sin dalle prime battute ha annullato il divario tecnico tra le due squadre. E’ la vittoria anche di Victor Fernandez che coglie la seconda vittoria in campionato grazie soprattutto alle mosse sorprendenti nella formazione. Deludono Rodrigo e Alcacer, gli uomini copertina del Valencia delle meraviglie. L’undici “ché” subisce tre gol in una partita dopo averne presi quattro in sette. La Liga da tempo riserva queste sorprese, è probabilmente un campionato estremamente sottovalutato sotto quest’aspetto.
Victor Fernandez rivoluziona l’undici iniziale: l’estremo tentativo per salvare la sua panchina passa dai piedi di Lucas Perez, al debutto assoluto in Primera e al centro dell’attacco galiziano. Mai scelta si rivelò più azzeccata. Accanto all’ex Paok Salonicco, poi, tornano titolari Cuenca e Cavaleiro. Juanfran si sposta da sinistra a destra in difesa, in mezzo al campo è sempre Medunjanin ad essere il metronomo dei padroni di casa. Valencia in formazione tipo, tranne Yoel al posto di Diego Alves tra i pali (problemi nel riscaldamento) e l’assenza del giovane Andre Gomes, una delle rivelazioni di questo primo scorcio di Liga. In attacco spazio a Rodrigo, fresco di debutto in nazionale, e ovviamente Alcacer, l’uomo del momento in Spagna. Mustafi viene piazzato al centro della difesa con Otamendi, in mezzo al campo le lune di Parejo faranno la differenza.
Gran Deportivo durante i primi 20 minuti: la voglia di cogliere il primo successo stagionale è tanta, Cavaleiro – in particolare – si fa vedere con un bel tiro dalla distanza che blocca Yoel. L’argentino Farina è al solito attivissimo (pecca sempre di un po’ di concretezza), anche Cuenca è nel vivo del gioco. Il Valencia soffre soprattutto in fase di uscita, il pressing degli uomini di Fernandez è asfissiante. Insua, poi, va vicino al vantaggio su azione d’angolo, con un colpo di testa. Il primo squillo degli ospiti è di Rodrigo, che ci prova senza fortuna dal vertice dell’area di rigore, tentativo imitato – con lo stesso esito – da Cuenca sull’altra sponda. Il gol del Deportivo è comunque nell’aria e arriva puntuale al 36′: Mendunjanin colpisce la traversa su calcio di punizione, la schiena di Yoel devia in angolo il pallone. Sul corner arriva il pasticcio di Gaya e Mustafi, col tedesco che entra a referto per un comico autogol. Nuno Espirito Santo è interdetto e cade nel panico più assoluto cinque minuti più tardi: Mustafi si fa sovrastare da Cavaleiro, sponda per Lucas Perez che beffa Yoel da posizione angolatissima con un perfetto sinistro diagonale, con Otamendi troppo molle in copertura. A sopresa, all’intervallo si va sul 2-0 per il Deportivo.
Il Valencia cambia faccia al rientro in campo: fuori Piatti, peggior partita dell’anno, e Filipe Augusto dentro Carles Gil e Feghouli. Le mosse di Espirito Santo provocano lo scossone, pur senza grosse occasioni il Valencia prende in mano il gioco sin dalle prime battute. Le chances arrivano a metà ripresa, copiose, ma non vengono sfruttate: Rodrigo non riesce a deviare tra i pali il cross basso di Gil, poi sull’ex Benfica è dubbio l’intervento di Fabricio, portiere di casa, che poteva costare il rigore. Fernandez, intanto, fa debuttare anche Juan Carlos un vero ribaltone. Barragan colpisce il palo con un cross dalla sinistra deviato, il Valencia effettua il massimo sforzo per riaprire la gara. Ma la vecchia e dura legge del calcio, gol sbagliato gol subito, colpisce ancora: al 78′ il neo-entrato Toché è lanciato in contropiede, sfrutta le praterie a disposizione e fulmina l’incolpevole Yoel. E’ la rete che chiude i giochi, all’ottava giornata arriva la prima sconfitta del Valencia, in classifica scavalcato dal Real Madrid e agganciato dall’Atletico al terzo posto (ma il Siviglia alle 19 potrebbe andare davanti): non è certo il campionato l’obiettivo dell’undici ché, ma Espirito Santo oggi non si aspettava di certo un crollo simile contro l’ultima (ora addirittura fuori dalla zona retrocessione) in graduatoria.
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