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Deputatis mutandis

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Nel febbraio scorso c’era stato il caso di Chris Lee, deputato repubblicano newyorkese beccato a postare sue foto osé sulle chat-line di rimorchiaggio. Adesso la politica statunitense fa il bis con il democratico Anthony Weiner, anche lui originario della Grande Mela, costretto ad ammettere di aver inviato autoscatti in slip ad almeno sei fortunate eRettrici conosciute online.

Come sostengo da anni, sempre di più la realtà imita la cinematografia pornografica, e visto che anche un politico rimane pur sempre un uomo soggetto ai propri desideri e alle proprie fantasie, sembra che l’istinto e la pulsione sessuale siano più forti della paura di uno eventuale (e quasi certo) sputtanamento.
Fa tenerezza vedere come questi signori - presi da un senso di onnipotenza che evidentemente oscura la loro lucidità mentale e li porta a dimenticare le possibili conseguenze per le loro carriere – atteggiarsi ad adoni muscolosi, sexy e dotatissimi di fascino che poi finiscono in mutande sui giornali di tutto il mondo come tanti ridicoli Bart Simpson da sbeffeggiare coram populo.

E però anche  impossibile per noi italiani – che certo su questo argomento non siamo secondi a nessuno – non notare la prestanza fisica di questi deputati USA-e-getta che scelgono di organizzare comizi in desabillé sul web. Perché avranno anche la faccia poco sveglia, ma non ci sono dubbi che, a dispetto delle non verdissime età, i pettorali reggono alla grande, i bicipiti sono da approvare con voto di unanimità, e sotto la biancheria intima si intuiscono buone ragioni per definirli degnissimi membri di partito.

Così viene da pensare a cosa accadrebbe se un fenomeno del genere avvenisse con i nostri di governanti, e una febbre da incontro on-line si propagasse per i corridoi di Montecitorio.
Già sappiamo dalle parole ufficiali di chi ha toccato con mano che il nostro affascinantissimo presidente del consiglio vanta uno scultoreo culo flaccido, ma non credo che agli altri andrebbe molto meglio.
Immagino Gianfranco Fini che sfoggia uno striminzito tanga mentre una frase sul suo profilo esorta: “Per il futuro, mettiamoci in libertà”. Vedo Di Pietro in uno scatto grandangolare che mette ben in risalto una sensualissima pancera Gibot. Faccio fantasie erotiche sulle possibili fantasie dei boxer di Formigoni, palesemente ricavati dagli scampoli di tessuto delle sue camicie. Sogno Scajola coperto solo da una canottiera non sua (e regalatagli chissà da chi). E raggiungo l’apice del climax pensando a Nicola Cosentino in nudo integrale perché lui, notoriamente, non ha nulla da nascondere.

Anche se la stanza virtuale più frequentata dal pubblico (femminile e non) sarebbe certo la Green Room con i deputati della Lega che chissà, forse, una volta tanto, avrebbero davvero una concreta, inequivocabile occasione per dimostrare al mondo che, quando dicono di averlo duro, non si riferiscono al cervello.


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