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Der Blaue Reiter, il Cavaliere Azzurro

Creato il 09 aprile 2014 da Artesplorando @artesplorando

Der Blaue Reiter, il Cavaliere Azzurro

Wasilij Kandinskij, composizione VII

Il movimento der Blaue Reiter, ovvero Il Cavaliere Azzurro, ebbe vita breve e nacque dall’incontro a Monaco nel 1911 di Wasilij Kandinskij e Franz Marc.Tra i due si stabilisce subito una perfetta sintonia circa i fini dell’arte: entrambi ritengono che il fine dell’indagine artistica sia il rinnovamento dello spirito, anche come grande traguardo sociale. Il gruppo deriva il suo nome dal fatto che in quel periodo Kandinskij dipingeva cavalieri (un quadro precoce del 1903 recava proprio il titolo “Cavaliere azzurro”) e Marc vedeva nel blu il colore puro per eccellenza, il colore della spiritualità. Questo movimento fu molto attento agli stimoli provenienti dalle avanguardie, Il cavaliere azzurro si mosse nel complesso verso un astrattismo “musicale” e un cromatismo vivace. Ai due fondatori si aggiunsero presto anche August Macke, Paul Klee e Alexej von Jawlensky. Il gruppo non si diede un programma, come avevano fatto invece i fondatori del Die Brücke; aveva semplicemente tre caratteristiche peculiari: la prima, di essere un gruppo cosmopolita, di non accogliere quindi i riflessi di una sola cultura nazionale, ma di essere sempre aperti a idee nuove; la seconda, di essere tendenzialmente interdisciplinare e di non concentrarsi solo sulla pittura; la terza, riguarda il linguaggio pittorico: attribuirono valore simbolico al colore e lottarono contro il naturalismo per la liberazione delle forme verso l’affermazione dei valori spirituali. Le radici di questo movimento vanno cercate nel folklore russo, caro a Kandinskij e a Jawlenskij, nella decorazione stilizzata dello Jugendstijl, nell’influenza dei Fauves francesi (soprattutto Marc). Il percorso del Die Brücke aveva portato ad un Espressionismo realista, molto crudo e profondamente intriso di temi politici e sociali, mentre quello intrapreso dal Cavaliere azzurro ha in sè un forte lirismo, un’apertura all’universo del poetico, nonchè la riscoperta del potere spirituale delle armonie decorative. Realizzarono anche un almanacco chiamato Der Blaue Reiter, che nel progetto iniziale doveva essere un periodico, ma che uscì in versione unica nel 1912 con ristampa nel 1914. Negli stessi anni Kandinskij scrisse anche un libro chiamato “Über das Geistige in der Kunst” (Sullo spirituale nell’arte) col quale tentò di descrivere al pubblico i nuovi compiti dell’arte. Secondo l’artista tutte le arti, non solo la pittura, si trovano in uno stato di rinnovamento spirituale e cominciano ad avvicinarsi nei loro intenti, proprio grazie al passaggio all’astratto, all’elementare, per cui egli menziona soprattutto la musica contemporanea di Arnold Schönberg, ma fa riferimento anche a Richard Wagner e Claude Debussy. Tra i pittori a lui contemporanei dà rilievo ad artisti d’avanguardia come Henri Matisse per il colore e Pablo Picasso per la forma.Nel suo libro, Kandinskij tratta anche l’effetto psicologico del colore e delle forme: da questi deve nascere una composizione puramente pittorica, “una combinazione di forme colorate e disegnate che, come tali, esistono in modo indipendente, provengono dall’intima necessità e, nella vita in comune che si è creata, costituiscono una totalità che si chiama quadro”, uno dei primi e migliori esempi per una composizione sofistica in questo senso è “Composizione V”. Marc arrivò ad uno stile molto personale, differente da quello dell’amico Kandinskij, le sue considerazioni sul colore come veicolo simbolico lo portarono a una pittura caratterizzata da un forte antinaturalismo dei colori e ad un’accentuata semplificazione delle forme, ben visibile nella “Mucca gialla” e nei “Grandi cavalli blu”(simbolo nello stesso tempo di purezza e libertà). Il gruppo si sciolse con lo scoppio della Grande Guerra, ma i suoi fondamenti non andarono del tutto persi, anzi vennero ripresi e adattati da Kandinskij nella prima affermazione dell’Astrattismo.

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