Magazine Diario personale

Deriva #33 #derivadellaseduzione: La strategia del Lumacone

Da Bibolotty
Deriva #33 #derivadellaseduzione: La strategia del Lumacone Veramente duro il mestiere del "predatore da spiaggia". Molto in voga dal dopoguerra agli anni sessanta, epoca della liberazione sessuale, e che credevo ormai del tutto estinti, i “Lumaconi” si aggirano in tenuta estiva alla ricerca di un affetto che vada oltre i pixel dei social network, che abitano sicuramente coperti da anonimato. Quest’estate mi sono messa d’impegno per scovare, e studiare, le manovre di aggancio in spiaggia, come sempre l’ultima e libera, guardando il castello Odescalchi e la riserva del WWF. Il lumacone, termine veramente giusto, vista la scia di bava che il nostro protagonista in boxer fluorescenti si lascia dietro, è visibile anche a occhio nudo e a uno sguardo disattento. Di norma solitario, si aggira per le spiagge già di primo mattino in cerca di signore possibilmente sole, o con figli urlanti al seguito cui dare immediato soccorso.  Mai troppo bello, in linea di massima abitante del luogo ed estremamente paziente, il lumacone può essere anche utilizzato dalla MILF di turno (Mother I'd Like to Fuck) come baby sitter, trasportatore di lettini, piantatore di ombrelloni, o gonfiatore di materassini, braccioli e ciambelle. In seguito, se l’amicizia dovesse cementarsi, e senza naturalmente che si arrivi mai a un nulla di fatto, potrà essere comodamente utilizzato come pedalatore di pedalò, falciatore di prati, trasportatore di buste della spesa e pagatore di cene per signora e pupi al seguito. Perché sì, un po’ se la cerca e quindi e va punito.
Il lumacone cammina con zainetto e ombrellone sul bagnasciuga finché non trova il territorio di caccia più giusto (sempre domandando perdono alle femministe toste), ossia il pezzo di spiaggia dove ci siano almeno tre delle rappresentanti del genere femminile in questione. Mai gruppi troppo folti di giovinette, con le minori si rischiano la galera e soprattutto la presa per il culo a vita, e mai zone dove ci siano troppe famiglie il cui sguardo potrebbe seriamente compromettere le manovre di avvicinamento e attaccamento di bottone. Con sguardo clinico studia il territorio dietro occhiali sa sole scuri e ciabatta rumorosamente sull’arenile, con piedi rigorosamente a papera, fin dove si spingono i bagnanti, fingendo un’innocua passeggiata. Una volta trovata la zona propizia, il nostro eroe stenderà il telo (sempre nuovo, colorato e bello grande), in modo equidistante dalle tizie papabili, tirerà fuori creme solari di ogni tipo (possono sempre servire come gancio) e un bel libro, grande grandissimo, che gli dia un tono intellettuale disinteressato, e che gli servirà come diversivo. Non manca mai il cellulare ultimo modello per immortalare, non visto, la sua donna ideale, e il suo didietro, da mostrare agli amici o postare sulla propria pagina Feisbùc, e per fare due chiacchiere con altri lumaconi che, in giro per altre spiagge e in altrettanti boxer sgargianti, sicuramente gli racconteranno una marea di fandonie sulle proprie succose conquiste estive. Ride e fa il vago ma il suo è un lavoro veramente stressante visto che quest’estate, i due che ho preso in esame, pedinato e spiato, a parte me, che impietosita ho deciso di farmi offrire una cosa al bar, scappando poi vigliaccamente con la scusa di un allagamento casalingo, non hanno fatto che enormi buchi nell’acqua, il che, al mare è anche abbastanza scontato.
Una volta sistemato tutto l’ambaradan da spiaggia, si mette in moto con atletiche corse in acqua che facciano rumore e schiuma tali da renderlo inequivocabilmente visibile, e nuotate ardite in stili che, fisico e preparazione atletica, gli permetteranno di avanzare verso il largo di un paio di metri al massimo. I tuffi, laddove fosse possibile eseguirli in sicurezza, sarebbero un gran bel biglietto da visita se non si concludessero, di norma, in schiumosissime panciate così rumorose da far voltare tutte le MILF della spiaggia. Astenendosi da certe esibizioni, il lumacone eviterà di dover cambiare spiaggia ogni giorno. Il mio personale lumacone, dal quale quest’anno sono riuscita a fuggire, e che mi ha poi perseguitata con sms piagnucolosi, è un over cinquanta di grande stazza e di presenza gradevole che si da arie da ricco affarista. Il che, visti i tempi, gli offre qualche chance in più. In teoria, fossi stata libera, mi avrebbe invitata negli alberghi più esclusivi del Circeo, sulle barche più belle della costa, al Giglio e a Porto Venere, ma in pratica, mi ha riempita di chiacchiere assolutamente evitabili. Non colto ma informato su tutto, crea ormai grande scompiglio e generale fuggi fuggi, tra le single frequentatrici degli stabilimenti del territorio e di tutte le spiagge libere. Dotato anche di mini frigo, arriva subito al sodo con dei: posso aiutarti a spalmare la crema, posso lavarti i piedi, posso avere il tuo numero di cellulare sono una brava persona. Gioviale e gentilissimo, iscritto (a suo dire) nei club velici più esclusivi che però non frequenta perché “pieni di vecchi”, riesce subito a bloccare la vittima designata al proprio asciugamano. La rintontisce di chiacchiere sulla politica, citando a raffica frasi o interi articoli dei quotidiani che ha nel grande borsone, infilando qua e là, con una velocità da surfista, complimenti tali che per qualunque donna sarà difficile non sorridere di gratitudine. Il suo difetto è la logorrea. Elargisce luoghi comuni anche in acqua, inseguendo fin lì, e senza chiederglielo, la gentile signora che sperava di potersi liberare della sua parlantina soltanto per una manciata di minuti. È ossessivo come un amante geloso. Abitudinario come un marito. Permaloso come un bambino. Non trovando l’oggetto dei suoi desideri esattamente dove l’aveva lasciato il giorno prima, lo cerca e lo scova a costo di marciare per dei chilometri, per esordire con un accusatorio: se non gradivi la mia compagnia bastava dirlo!!!, che crea nella vittima immediato sconcerto, senso di colpa e vergogna.
Quest’anno, nascosta da occhiali da sole e cappellone, l’ho visto un paio di volte gesticolare all’indirizzo di signore di bell’aspetto che, esattamente come me l’anno passato, si guardavano intorno, disperate, in cerca di aiuti esterni, o di un temporale fragorosissimo che le liberasse dello sgradevole compito di mandarlo a quel paese, quello, il più lontano, possibilmente oltreoceano, su ampie spiagge caraibiche, e a vita.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :