Dermatite atopica la più frequente nei bambini

Da Catanesefra

La dermatite atopica è, tra le malattie della pelle, la più frequente nei bambini: circa il 3% dei bambini in età scolare soffre di dermatite atopica. Si manifesta con macchie rosse irritate che prudono in alcune aree del corpo. Nei bambini più piccoli compaiono spesso piccole vesciche mentre nel bambino più grande e nell’adulto si possono formare delle croste e squame di pelle secca.
In genere queste lesioni si presentano per una o due settimane per poi, se trattate, sparire e ripresentarsi successivamente. Nella maggior parte dei casi la dermatite atopica si manifesta entro il primo anno di vita e in genere si risolve entro l’adolescenza.

In genere queste lesioni si presentano per una o due settimane per poi, se trattate, sparire e ripresentarsi successivamente. Nella maggior parte dei casi la dermatite atopica si manifesta entro il primo anno di vita e in genere si risolve entro l’adolescenza.

Le cause della dermatite atopica non sono chiare, ma è probabile che siano implicati fattori ereditari e ambientali. I figli di genitori che hanno sofferto di dermatite atopica hanno infatti un rischio più alto di ammalarsi a loro volta. La dermatite atopica sembra anche associata a un non buon funzionamento del sistema immunitario, cioè il sistema che riconosce e contrasta gli agenti che provocano infezioni, come per esempio virus e batteri. In queste persone il sistema immunitario sembra determini un’infiammazione della cute, anche se non è presente un vero e proprio agente infettivo. In passato si riteneva che fosse causata da stress o da altri disturbi emozionali: oggi si sa che lo stress può peggiorare l’andamento della malattia, ma non è la causa.

La cura della dermatite atopica mira a:
- ridurre l’infiammazione della pelle e di conseguenza il prurito;
- ristabilire la corretta idratazione della pelle;
- contrastare le infezioni.
E’ bene non improvvisare cure casalinghe ma rivolgersi sempre al medico in caso di dermatite atopica. Per trattare il prurito il medico può prescrivere un unguento, una crema o una lozione a base di cortisone da applicare sulle lesioni per un periodo limitato di tempo, da sospendere poi gradualmente perché l’interruzione brusca può causare un peggioramento della malattia. Il medico potrà anche, a seconda dei casi, suggerire di coprire le lesioni una volta medicate. Utile è pure l’uso di creme idratanti.
A differenza di altre condizioni, il prurito da dermatite atopica non si riduce con l’uso degli antistaminici.
E’ importante non sottovalutare la dermatite atopica perché se non curata adeguatamente può andare incontro a infezioni batteriche, virali o fungine.

 

Non esistono prove sufficienti per raccomandare specifici comportamenti di prevenzione. Sembra però che l’allattamento al seno possa avere una certa efficacia nel prevenire la dermatite atopica del bambino, ma i dati disponibili non sono univoci. Tuttavia alle persone che potrebbero essere a rischio (per familiarità o storia di allergie) o che hanno già avuto i sintomi della dermatite almeno una volta, si consiglia di:
- usare regolarmente prodotti per la pelle emollienti (trattengono umidità e riducono la secchezza della cute);
- evitare il più possibile sostanze irritanti, come ad esempio saponi e detergenti (inclusi shamp, bolle di sapone, gel per la doccia o altri liquidi per l’igiene);
- diluire i detersivi di uso quotidiano (lavatrice) e risciacquare abbondantemente i vestiti);
- risciacquare accuratamente le mani quando si lavano con il sapone;
- indossare guanti /indumenti per la protezione quando si utilizzano detergenti per la pulizia della casa;
- se la causa della dermatite sembra essere un’allergia, è necessario eliminare o ridurre la possibilità di entrare in contatto con la sostanza che la determina (allergene);
- mantenere una adeguata temperatura, costante in tutta la casa;
- preferire indumenti e biancheria di cotone. Alcuni tessuti, come la lana o materiali fatti di tessuto ruvido, sembra aumentino l’irritazione della cute;
- usare un’adeguata protezione quando ci si espone al sole.

articolo tratto dal sito IPASVI


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