I numeri sono impietosi: secondo l’ultimo sondaggio, Akp al 55% e Chp sotto il 20% (+ 5% e – 6% rispetto alle elezioni del 12 giugno 2011). Il tentativo del partito kemalista di trasformarsi in opposizione moderna e in credibile alternativa di governo è già fallito? Beh, in realtà questo tentativo non è mai esistito: e ha sempre avuto le caratteristiche di un’operazione mediatica interna, che ha tratto in inganno la stampa internazionale che nutre degli evidenti pregiudizi anti-islamici; nei fatti, il Chp è sempre rimasto il partito dello status quo, visto che continua a difendere strenuamente i golpisti di Ergenekon: e non ha mai articolato posizioni chiare e sostenibili sui grandi temi di politica interna ed estera (ad esempio, una delegazione del partito è andata ad abbracciare Assad in Siria solo per fare un dispetto a Erdoğan). L’ultimo ed emblematico episodio, il “caso Hüseyin Aygün”: il deputato di Tunceli – già Dersim – che in un’intervista ha sostenuto che i massacri del 1937-1938 – decine di migliaia di alevi curdi e di zaza trucidati – sono stati compiuti nella piena consapevolezza di Atatürk, col pretesto di una ribellione da neutralizzare; per far luce su quanto accadde, Aygün chiederà al presidente Gül di istituire una commissione ufficiale per ricostruire anche i fatti più scomodi. Molti suoi colleghi del Chp hanno reagito malissimo per la messa in discussione di un passato mitizzato e ne hanno chiesto l’espulsione, il segretario del partito – Kılıçdaroğlu, anche lui alevi curdo di Tunceli/Dersim – non è stato in grado di prendere posizione e si è limitato a ordinare delle “inchieste interne”. Il cambiamento tanto sbandierato non si è mai materializzato: con buona pace dei kemal-leghisti, questo Chp è destinato all’eterna opposizione e irrilevanza.
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