Desidero esprimerti, davvero umilmente, dopo le prestigiose recensioni lette, la mia prima e immediata suggestione ispirata dalla lettura delle liriche presenti nella tua raccolta “Quella luce che tocca il mondo”.
Una più bella dell’altra, penetrano dentro, meritano più riletture per coglierne tutta la significativa profondità. Una continua emozione sull’emozione, un canto di verità che affonda l’ombra “in giorni d’ambrosia”, in “un trionfo di riverberi alati” dai connotati spesso amari, eppure celestiali, che liberano, elevano il “rastremare d’anima indifesa (… ) tra foglie ostili (…) tentacoli d’argilla”. E, poi, “L’inventario dei ritardi”, “Il tempo incarnato”, “La poca verità da custodire”, “Alla madre”, “La stagione degli inganni”, “Ancora cercheremo”, “Si fa corpo al vento”, “Tra case bianche e libeccio”: cito quelle che hanno maggiormente rispecchiato la mia interiorità, ma tutte le immagini metaforiche, rivelate da un lirismo altissimo, invitano a una profonda meditazione sul bene e sul male dell’esistenza, sulla verità celata nelle notti inascoltate che, nei versi finali, si materializza in “Refoli d’aria, storie di echi/ che ancora stringono fragranza”.
Spero di aver colto – almeno in piccola parte – l’essenza del tuo sentire. Complimenti vivissimi, e grazie per queste intense emozioni
Daniela Quieti
Magazine Talenti
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