Quanto non mi piace il Salone del Design. Con tutti quei marchi famosi, quegli esteti in giacca e cravatta, quei cataloghi gratis. L’unica cosa peggiore del Salone del Design è il Fuorisalone del Design. Via Tortona, il Politecnico di Milano, le istallazioni. Dio, quanto non mi piacciono le istallazioni. E poi i designers. Dio, quanto odio i designers. Quest’anno per essere un designer bisogna portare: i) capelli molto corti, un po’ anni ‘80 (anche le donne); ii) pantaloni o jeans molto stretti; iii) scarpe in pelle lucide, possibilmente a punta. Il tutto condito dal ripetersi tantrico, in ogni luogo e contesto, della frase: “sono un designer“. Tipo: “ciao, ce l’hai un accendino?“; “sono un designer“. “Vuoi fare l’amore con me?“; “mah, sai, sono un designer“. E’ necessario sottrarsi al patetico rito del Salone e del Fuorisalone dell’Autoesaltazione. Si stampino per cominciare delle magliette con la scritta: “Achille Castiglioni. Tutto il resto è Ikea“.