di Antonio Lucignano. Voglio essere franco: la prospettiva di essere governato da un'alleanza tra Bersani, Vendola e Casini non mi alletta per niente. Anzi: mi scoraggia totalmente. Sono già reduce da 17 anni di berlusconismo (di destra e di sinistra) e da un anno di montismo bocconiano, e non ce la faccio più. La speranza che la mattanza sociale, che stiamo continuando a subire quotidianamente, possa finire quanto prima cozza con la realtà: Casini e Bersani sostengono l'attuale governo, hanno votato le controriforme delle pensioni e del lavoro, hanno approvato l'innalzamento della tassazione e le spese militari (mantenimento dei contingenti in missione e acquisto di caccia bombardieri), non hanno realizzato la patrimoniale. Ulteriore aggravante: Casini è stato per anni alleato con Berlusconi, col quale ha votato alcune delle leggi più ignobili della giurisprudenza mondiale, e all'interno dell'Udc vi sono persone (da Buttiglione, silurato come commissario europeo, al galeotto Cuffaro) e posizioni (sul mercato del lavoro, sul finanziamento alle scuole private, sulla laicità dello Stato, sulle coppie di fatto etero o omosessuali) impresentabili come "progressiste". E Vendola? Stendo un velo pietoso. L'ennesima speranza della sinistra che fallisce clamorosamente l'appuntamento con la Storia, intesa come svolta, come cambiamento, come discontinuità. Vendola si accoderà alle istanze liberiste e conservatrici dell'Udc e della maggioranza del PD, provando a strappare qualche piccola vittoria collaterale. Altro che rifondare la sinistra! C'è da capirli: dopo 5 anni fuori dal Parlamento, con tutti i costi economici sostenuti e gli stipendi bassi, i dirigenti di SeL vogliono tornare al potere. Quanto ne avranno? Poco, però sarà sufficiente per ripianare qualche debito e dare nuova linfa a dirigenti, militanti, sezioni e giornalini di partito o di area. L'alternativa a questo schieramento? Secondo i politologi è il centrodestra, che attende la sesta discesa in campo (come premier o come presidente della repubblica) del Cavaliere. Secondo me, non c'è nessuna reale alternativa tra questi due schieramenti. E non solo perché Pdl, Pd e Udc oggi sostengono lo stesso governo e votano le stesse leggi, ma anche perché sembrano ontologicamente e filosoficamente simili: nessuna discontinuità rispetto alle ricette europee, anzi rincorsa costante ad accreditarsi come i più europeisti, i più liberisti, i più innovatori. Rebus sic stantibus, sarà difficile per una persona come me, con le mie idee e la mia esperienza di lavoro e di vita, votare per uno dei partiti di questi schieramenti. Se vanno così, io voterò e inviterò a votare contro entrambi gli schieramenti. Tanto... chiunque di questi vincerà, governerà contro di me. Contro di noi.
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Destra o Sinistra? Chiunque vincerà governerà contro di noi!
Creato il 02 agosto 2012 da Freeskipper
di Antonio Lucignano. Voglio essere franco: la prospettiva di essere governato da un'alleanza tra Bersani, Vendola e Casini non mi alletta per niente. Anzi: mi scoraggia totalmente. Sono già reduce da 17 anni di berlusconismo (di destra e di sinistra) e da un anno di montismo bocconiano, e non ce la faccio più. La speranza che la mattanza sociale, che stiamo continuando a subire quotidianamente, possa finire quanto prima cozza con la realtà: Casini e Bersani sostengono l'attuale governo, hanno votato le controriforme delle pensioni e del lavoro, hanno approvato l'innalzamento della tassazione e le spese militari (mantenimento dei contingenti in missione e acquisto di caccia bombardieri), non hanno realizzato la patrimoniale. Ulteriore aggravante: Casini è stato per anni alleato con Berlusconi, col quale ha votato alcune delle leggi più ignobili della giurisprudenza mondiale, e all'interno dell'Udc vi sono persone (da Buttiglione, silurato come commissario europeo, al galeotto Cuffaro) e posizioni (sul mercato del lavoro, sul finanziamento alle scuole private, sulla laicità dello Stato, sulle coppie di fatto etero o omosessuali) impresentabili come "progressiste". E Vendola? Stendo un velo pietoso. L'ennesima speranza della sinistra che fallisce clamorosamente l'appuntamento con la Storia, intesa come svolta, come cambiamento, come discontinuità. Vendola si accoderà alle istanze liberiste e conservatrici dell'Udc e della maggioranza del PD, provando a strappare qualche piccola vittoria collaterale. Altro che rifondare la sinistra! C'è da capirli: dopo 5 anni fuori dal Parlamento, con tutti i costi economici sostenuti e gli stipendi bassi, i dirigenti di SeL vogliono tornare al potere. Quanto ne avranno? Poco, però sarà sufficiente per ripianare qualche debito e dare nuova linfa a dirigenti, militanti, sezioni e giornalini di partito o di area. L'alternativa a questo schieramento? Secondo i politologi è il centrodestra, che attende la sesta discesa in campo (come premier o come presidente della repubblica) del Cavaliere. Secondo me, non c'è nessuna reale alternativa tra questi due schieramenti. E non solo perché Pdl, Pd e Udc oggi sostengono lo stesso governo e votano le stesse leggi, ma anche perché sembrano ontologicamente e filosoficamente simili: nessuna discontinuità rispetto alle ricette europee, anzi rincorsa costante ad accreditarsi come i più europeisti, i più liberisti, i più innovatori. Rebus sic stantibus, sarà difficile per una persona come me, con le mie idee e la mia esperienza di lavoro e di vita, votare per uno dei partiti di questi schieramenti. Se vanno così, io voterò e inviterò a votare contro entrambi gli schieramenti. Tanto... chiunque di questi vincerà, governerà contro di me. Contro di noi.
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