Detroit 1-8-7

Creato il 24 marzo 2011 da Matteocarrera

Certo, un’altra serie poliziesca. Ci sono da sempre, e prima o poi, diventano tutte uguali, se già non sono una la copia dell’altra. E da C.S.I. è stato un proliferare di serie poliziesche. Ed è vero. Detroit 1-8-7 forse non si discosta molto dai paradigmi. Una squadra, la omicidi, composta dal solito gruppetto: il capo, donna di colore, intransigente dal cuore tenero; la belloccia latina e il belloccio bianco; l’asiatico simpatico e il suo partner nero prossimo alla pensione; il novello da poco marito e padre che viene affiancato dal detective ganzo, quello un po’ strambo e tenebroso, dal passato oscuro, che a volte va oltre le regole, quando non le viola, ma che resta il migliore sulla piazza. E allora cosa c’è di così particolare in Detroit 1-8-7? C’è la struttura, è un mockumentary attenuato rispetto alle previsioni e alle aspettative, ma che mantiene un ritmo e una tensione molto alti per tutta la serie. C’è una storia di fondo che si scopre molto lentamente, ma di cui non si riesce più a fare a meno, facendo quasi passare in secondo piano i singoli casi. Ci sono i personaggi, che per quanto stereotipati, sono molto ben costruiti e rappresentati. Ci sono gli omicidi efferati, le indagini contorte, c’è l’FBI che intralcia e aiuta, c’è il passato che ritorna, il presente che fa male, la morte dei colleghi, gli amori inespressi. C’è Fitch, il ganzo, che è veramente un bellissimo personaggio. E’ una serie che va vista tutta, sono 18 episodi, per essere a fondo apprezzata. Due ultime annotazioni. Detroit 1-8-7 ha il pregio di porsi anche come specchio di una città, e di mostrarne tutte le caratteristiche  -sociali, architettoniche, storiche- e tutti i difetti. In questo si avvicina molto al documentario. E poi, il season finale, è veramente una perla, il miglior episodio della serie. Nel momento topico come colonna sonora hanno usato pure i Radiohead, per dire. Da vedere.



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