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Detroit in bancarotta. La città delle auto Usa è fallita

Creato il 20 luglio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
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Thanks to Bernt Rostad.

Dopo anni di difficoltà, la colossale Detroit è arrivata a chiedere la bancarotta. Proprio la città-modello per le grandi case automobilistiche mondiali, coi suoi tre marchi GM, Ford e Chrysler, che da qualche anno andava sempre di più somigliando ad una città fantasma.

Stando così alle notizie trapelate dalla stampa americana, sembrerebbe proprio che una tale richiesta non sia mai stata inoltrata precedentemente in suolo Usa per quanto concerne una municipalità. Insomma, una bancarotta di simili dimensioni non si era mai vista. La città di Detroit avrebbe fatto richiesta al giudice federale di poter accedere al fondo che regola la bancarotta delle municipalità. In altri termini, ricorrendo al Chapter9 Detroit potrà richiedere di essere assistita nel sanare i debiti attualmente contratti. Pertanto, la richiesta è stata inoltrata dal commissario straordinario della città, Kevyn Orr, e successivamente approvata dal governatore dello Stato del Michigan, Rick Snyder. L’approvazione permetterebbe – almeno sulla carta – di sbloccare gli asset utili ad estinguere i debiti verso i creditori.

Sebbene gli organi di informazione non abbiano mai trattato da vicino la situazione finanziaria di Detroit, sembrerebbe che la città versasse già da tempo in condizioni di estrema precarietà, dovendo spesso e volentieri ricorrere a prestiti enormi per sostenere quelle operazioni che avrebbero dovuto rilanciare l’economia locale. Ci si domanda dunque in questi giorni cosa abbia gettato Detroit nel baratro. E sembrerebbe proprio che la corruzione politica imperante abbia decretato il suo fallimento. Nonostante ciò, c’è chi parla di una commistione di elementi detonanti: dalla crisi finanziaria degli ultimi anni al progressivo spopolamento (da 7milioni di abitanti negli Anni ’50 ai poco più di 700mila nel 2010) all’arresto del mercato immobiliare ed automobilistico. Insomma, meno popolazione significa essenzialmente meno entrate per le casse della metropoli, mentre la spesa pubblica cresce enormemente.

Mentre Detroit collassa e dichiara la bancarotta, qualcuno alza la voce e ricorda che mesi addietro fu firmato un accordo finalizzato a risanare le casse cittadine. Ma di fronte al deficit odierno, nonostante l’attenzione particolare della Casa Bianca, tutto attorno si assiste all’inabissamento. Non si possono del resto tacere le previsioni dell’agenzia di rating Moody’s, che già qualche mese fa aveva previsto il drammatico collasso per Detroit. Sul finire del 2012 la grande città americana aveva già tastato l’amaro del fallimento quando si parlò di commissariarla, inaugurando una revisione puntigliosa e ferrea della finanze cittadine da parte dello Stato del Michigan. Il commissariamento aveva così decretato l’emergenza fiscale, un’emergenza che a tutt’oggi si tinge di nero ogni giorno di più, dal momento che si stimerebbe un debito pari a 380milioni di dollari, anche se – nel lungo periodo – qualcuno parla addirittura di un incremento fino a 15-20miliardi di dollari. Un vero e proprio abisso senza ritorno, almeno è ciò che si teme al momento. Svanisce comunque definitivamente il sogno della grande città americana patria delle auto.

Articolo di Stefano Boscolo


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