Arrivano accuse pesanti alla Deutsche Bank in seguito agli interrogatori presso la Securities and Exchange Commission (l’autorità che vigila su Wall Street) di tre ex dipendenti. Secondo le indiscrezioni, la banca tedesca avrebbe occultato un buco di 12 miliardi causato dai derivati durante il momento più difficile della crisi finanziaria.
I tre affermano che il colosso ha valutato erroneamente la sua posizione sui derivati, in realtà stimabile intorno ai 130 miliardi. Se l’esposizione fosse stata calcolata regolarmente, i livelli di capitale sarebbero scesi a livelli pericolosi. Questo avrebbe costretto Deutsche Bank e chiedere il salvataggio al governo e avrebbe innescato un pericoloso effetto a catena che avrebbe probabilmente coinvolto anche altri istituti. I trader erano consapevoli del rischio e non hanno registrato le perdite mark-to-market tra il 2007 e il 2009.
Deutsche Bank replica che le accuse sono vecchie di due anni e mezzo e che è stata condotta un’indagine interna che ne ha dimostrato l’infondatezza. Financial Times, che ha dato la notizia, ribatte che si tratta di nuove accuse indipendenti. Le persone coinvolte che hanno passato di recente tre ore con i funzionari della Sec hanno riferito di essere stati espulso dopo aver manifestato i loro timori sulla situazione finanziari all’interno dell’istituto.
Un altro ex dipendente, Matthew Simpson, ha lasciato la banca dopo aver presentato alla SEC una denuncia formale, ritirata dopo un assegno da 900.000 dollari strappato proprio dalla Deutsche Bank.
Fonte: Financial Times e Dagospia