NEIN! NEIN! NEIN!
Über alles in der Europa…
Si sa, i tedeschi non ce la fanno proprio a non comandare, è nel loro DNA. Per loro sottomettere è come per noi evadere le tasse: non possiamo farne a meno. Sulla questione Germania, che nega gli aiuti all’Europa, si è fatta molta letteratura.
Prima c’era Berlusconi, che era una persona della quale non si può certo far affidamento per una gestione economica a valere nel tempo. Al di là delle opinioni politiche, delle convenienze partitiche e dell’ideologia, chiunque possieda un briciolo di nozione economica non può negare che il leader del Pdl abbia dissanguato le casse dello Stato con politiche di espansione fiscale incontrollata e tagli lineari, solo per cercar di rimandare l’inevitabile. Adesso c’è Mario Monti, economista che non ha certo bisogno delle mie referenze. A pagina ventisette del The Economist di questa settimana si trova un articolo che titola “a good professor in Rome”. Insomma il pericolo di azzardo morale che esisteva prima è scongiurato. C’è chi sostiene che i tedeschi non vogliano pagare per un popolo di fannulloni, la Germania è stata la locomotiva d’Europa e non vuole accollarsi debiti che non gli spettano ecc etc. In realtà anche qui è bene rivedere la cosa, poiché la Germania dall’adesione dell’euro ha accumulato enormi vantaggi in termini di esportazioni, passando da una fortissima moneta quale il marco ad una unificata come l’euro, che gli permette di esportare in tutta Europa e in Gran Bretagna senza barriere doganali, dazi o cambi sfavorevoli. Insomma il “nein” perentorio e giustificato si è trasformato nel ridicolo “nein nein nein” del Dottore di “Altrimenti ci arrabbiamo”.
La verità non è che la paura dell’ inflazione ridurrebbe il loro surplus di bilancio, è solo questione di soldi e potere. La Germania ha deciso di tenere la situazione così per far arrivare con l’acqua alla gola i paesi bisognosi, dunque trarne il maggior guadagno possibile in termini di potere decisionale. Mi torna in mente il Duce, che in un discorso nella Repubblica di Salò tenta di giustificare la sua precedente dittatura dicendo in sostanza “ ma come si faceva a non approfittare in un’ Italia così divisa”. È un giochino da equilibrista sull’orlo della fossa, poiché intere nazioni sono prede di hedge funds e signori arabi o cinesi che potrebbero comprare a saldo qualcosa di nevralgico per uno stato, come banche (vedi Unicredit e gli arabi) o altri istituti tipo Eni. Anche Paul Krugman ha bastonato Frau Merkel sul Sole del 21/1/11 (Il suicidio dell’austerità e la miopia della Germania), lo stesso fa il The Economist questa settimana a pagina dodici (if Germany’s Angela Merkel wants to save it, she must help Italy’s Mario Monti).
Basti pensare che se la BCE potesse comprare all’emissione titoli di stato, gli speculatori farebbero un bagno di sangue che rimarrebbe negli annali, ristabilendo così se non la calma, almeno l’ordine e la logica nei mercati finanziari. Ma questo dipende attualmente dalla Germania, dalla sua ottusità e soprattutto dalla sua bramosia di potere.